La Casa dei Gatti è un rifugio gestito da Silvia e Peppino, un micio paraplegico

Questo rifugio per gatti abbandonati o maltrattati è decisamente diverso dagli altri; è pensato su misura per questi animali

Sono molte le storie strappalacrime che riguardano gli animali e che fanno il giro del mondo attraverso Internet. Purtroppo le brutte notizie sono sempre più veloci e più impattanti, arrivando alle orecchie di tutti nel giro di pochissimo tempo. Non è mai bello leggere di cose terribili accadute ad animali stupendi, ma è sempre bene tenersi informati per rendersi conto di quanta crudeltà c’è nel mondo. Non sempre però le notizie famose sono anche le più tristi, a volte viaggiano veloci anche messaggi di positività e di speranza, proprio come questo.

rifugio di acquasparta

Oggi vi raccontiamo della Casa dei Gatti, un rifugio per felini domestici abbandonati, soli o malati di Acquasparta, in provincia di Terni. Il rifugio è pensato su misure per questi animali e presenta per loro qualsiasi tipo di comodità, così da farli sentire a casa e a loro agio. All’interno della struttura sono ospitati molti animali con problemi di vita e di salute molto diversi tra loro; ad aiutare nella gestione Silvia Dal Bosco, la giovane donna che lo ha allestito, ci sono 8 volontarie ed un amico speciale, Peppino.

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Peppino è un gatto paraplegico arrivato al rifugio a seguito di una rinunci di proprietà, è un vero amante della compagnia e per questo aiuta le volontarie nell’inserimento dei nuovi arrivati. I mici nel rifugio ad oggi sono circa 30, il che significa un impegno serio e costante, ma Silvia non potrebbe essere più fiera del suo operato.

rifugio di acquasparta

Siamo ospiti della generosità di un signore che ha messo a disposizione la sua casa di Acquasparta; noi abbiamo cercato di allestirla perché i gatti si sentano il più possibile a loro agio. Per garantire la salute di tutti loro all’interno della casa ci sono regole ferree. Vaccinazione, sterilizzazione, quarantena quando necessaria” ha raccontato Silvia del Bosco in un’intervista a Il Messaggero.

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