Cremazione acquatica per animali: un nuovo metodo rispettoso dell’ambiente

Questo metodo è una realtà affermata in molti stati esteri ma non ancora in Italia

Perdere un animale domestico è una delle cose più dolorose che possa capitare ad una persona. Lascerà un vuoto incredibile nel nostro cuore, che probabilmente non si riempirà mai. Se c’è una cosa ancor più dolorosa, è il dover pensare, a seguito della sua morte, come smaltire il suo corpo. C’è chi decide di seppellirlo in un terreno di sua proprietà, chi invece si affida a dei servizi di cremazione. Sapevate che esiste anche un nuovo metodo di cremazione che è più rispettoso dell’ambiente? Si tratta della cremazione acquatica.

Ad oggi, è una pratica legale in molti Stati esteri. Per esempio, in America, è legale in California, Colorado, Florida, Illinois, Kansas, Maine, Maryland, Minnesota e Oregon. In questi Stati è legale per animali e persone. Nello Stato di Washington, invece, è legale per gli animali domestici, ma non per gli esseri umani.

Foto di Gundula Vogel da Pixabay

Si tratta di una pratica in cui si utilizza un bagno ribollente di acqua calda e minerali. Questo elabora i resti del cane o del gatto e produce un residuo sabbioso, proprio come quello derivato dai crematori standard. Tutto il procedimento impiega circa 20 ore.

La cremazione acquatica è più rispettosa dell’ambiente in quanto, secondo Peaceful Pets Aquamation della California, il processo richiede solo 1/20 dell’energia di una cremazione tipica. Da ciò consegue una riduzione del 90% delle emissioni di gas naturale e carbonio, il 66% in meno di elettricità e zero tossine immesse nell’aria.

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Inoltre, nell’azienda di cremazione acquatica per animali Resting Waters, gestita da due sorelle a Seattle, hanno notato una cosa interessante. Sembrerebbe, infatti, che il sottoprodotto acqua-alcalino usato per elaborare i resti dell’animale, diventi ricco di sostanze nutritive al punto tale da poter essere usato come fertilizzante organico.

Foto di Amna Sayeed da Pixabay

Una cosa è certa. A prescindere da quale metodo si scelga, nulla rimuoverà il dolore che provoca la perdita di un quattrozampe. Questa alternativa, però, aiuterebbe almeno a produrre meno sostanze inquinanti. In Italia, tuttavia, questa ancora non è una realtà affermata. Cosa ne pensate? Sarebbe una buona alternativa alla cremazione standard? Noi, in caso di novità, vi aggiorneremo.

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