Gonfiore sottocutaneo gatto: cause, sintomi e cure

La salute di Miao è prioritaria, il gonfiore sottocutaneo nel gatto può essere innocuo oppure no: la prevenzione è fondamentale

Un gonfiore sottocutaneo nel gatto può avere diverse origini, più o meno gravi. Ecco allora che portarlo periodicamente a visita dal veterinario di fiducia e monitorarlo con regolarità diventa l’approccio migliore.

Nei casi più comuni si tratta di un ascesso, ma nessuno – se non lo specialista dopo un’indagine accurata – può escludere un eventuale fibrosarcoma. Decisamente più insidioso e maligno.

L’approccio da adottare, ovviamente, dipende dal tipo di problematica e va concordato con il veterinario, dopo che ci ha spiegato quali sono tutte le opzioni valide per salvare la vita del nostro amico a quattro zampe.

Indice

Bozzo nella pancia del gatto

Cisti nel gatto, procedere per gradi

Fibrosarcoma nel gatto

Molte persone ci hanno chiesto

Bozzo nella pancia del gatto

cisti nel gatto

A determinare la natura del gonfiore sottocutaneo nel gatto è l’aspetto e la struttura interna. La consistenza, infatti, insieme alla rapidità con cui si è formato, dice tanto.

Una anamnesi il più possibile dettagliata da parte nostra, quindi, rappresenta un grosso aiuto per il veterinario che deve stabilire quale sia la diagnosi più corretta. Indipendentemente da dove si trovi, una neoformazione sottopelle può essere:

  • Ciuffo di pelo annodato
  • Un ascesso
  • Una razione al vaccino o ad altre somministrazioni sottocutanee;
  • Tumore benigno (come il lipoma);
  • Cancro maligno (come il fibrosarcoma).

Fondamentale, quindi, è che lo specialista proceda – nel più breve tempo possibile – a un’analisi accurata della massa. In questo modo potrà dirci se c’è da preoccuparsi (e quindi si deve intervenire tempestivamente) o se si tratta di una condizione innocua.

Cisti nel gatto, procedere per gradi

gatto tenuto dal veterinario

Per assicurarsi che la propria piccola palla di pelo riceva l’assistenza migliore è importante agire step by step e contattare lo specialista al primo dubbio. Meglio essere rassicurati, che sottovalutare un problema su cui magari si deve intervenire quando ormai è troppo tardi.

La prima cosa è escludere che si tratti di un groviglio di peli sfuggito alla spazzola. Per quanto Miao possa essere attento alla sua igiene, e noi procedere spazzolando regolarmente il manto, qualcosa può sfuggire a lungo e formare qualcosa di apparentemente preoccupante (ma che invece è assolutamente innocua).

Questa è un’ipotesi valida soprattutto negli esemplari anziani o in sovrappeso, con difficoltà di movimento. Nella peggiore delle ipotesi, si dovrà procedere con una pettinata più energica o tagliando la ciocca. Nulla di cui preoccuparsi, insomma.

Gonfiore sottocutaneo gatto, ascesso

Se escludiamo l’ammasso di peli, il gonfiore sottocutaneo nel gatto può dipendere da un ascesso del gatto. In questi casi, scoprirne la natura è di vitale importanza.

Se notiamo un nodulo caldo e doloroso al tatto, che si sviluppa velocemente, chiamiamo lo specialista e scopriamo di cosa si tratta. L’ascesso infatti è provocato da un’infezione, si tratta di una sacca piena di pus (che fa cattivo odore).

È un caso comune negli esemplari randagi o che vivono in semilibertà e che, per questo, hanno a che fare con altri animali. Infatti, non è raro che sia la conseguenza di un morso di un cane o un gatto, e potrebbe essere necessario l’intervento del veterinario.

Sarà lo specialista ad analizzare la situazione e a dirci se è il caso di incidere per rimuovere il pus. Se non si interviene nei tempi giusti, può insorgere una necrosi della pelle (con una cicatrizzazione difficile e lunga). In base alle dimensioni del taglio, possono essere necessari dei punti e la somministrazione di un antibiotico.

Vaccino o iniezione

Come già detto, l’effetto di un vaccino può essere quello di un bozzo sottopelle. Se nel punto di iniezione si forma una pallina a stretto giro dall’intervento, senza provocare dolore, potrebbe trattarsi di questo. In genere il riassorbimento richiede un mese di tempo. Se dovesse persistere, allora è bene parlarne con il veterinario di fiducia.

Gonfiore sottocutaneo gatto, cisti

Infatti, ci sono casi in cui un gonfiore sottocutaneo nel gatto può indicare qualcosa di più serio. Infatti, una cisti che si evolve lentamente non provoca fastidio potrebbe essere un tumore. Ecco allora che l’intervento tempestivo dello specialista può fare la differenza tra la vita e la morte.

Va precisato che una neoformazione può essere sia benigna che maligna, a stabilirlo però deve essere il veterinario. Prima si ottiene una diagnosi, prima si agisce e prima si può tirare un sospiro di sollievo. Infatti, in caso di cancro maligno, la tempestività dà maggiori possibilità di guarigione (e noi al nostro amico a quattro zampe dobbiamo garantire il meglio che ci sia).

Fibrosarcoma nel gatto

gatto con bozzo sul collo

Nel caso in cui dovesse scoprire un rigonfiamento nella schiena del gatto, potrebbe trattarsi di un fibrosarcoma. Per stabilire con certezza la natura, il veterinario dovrà procedere con una biopsia e un’analisi istologica al microscopio.

Se viene confermata la diagnosi, lo specialista ci spiegherà che si tratta di un cancro maligno, purtroppo frequente negli esemplari adulti (di età compresa fra i sei e i 10 anni): statisticamente, colpisce un felino su 10 mila.

Molte persone ci hanno chiesto

gatto intubato per operazione

Non si sa ancora con certezza quali siano le cause della neoformazione maligna. Potrebbe dipendere da una reazione anomalia alle iniezioni (soprattutto nel caso di vaccini e posizionamento del microchip del gatto) o da altri tipi di lesioni. Inoltre, nel caso di un sistema immunitario debole, si può riscontrare una predisposizione. A tal proposito, può tornare utile saperne di più sulla FELV nel gatto.

Qual è l’evoluzione del tumore?

Con il tempo, in corrispondenza del gonfiore sottocutaneo nel gatto, la cute può assottigliarsi, ulcerarsi e sanguinare. Può essere coinvolta qualsiasi qualsiasi parte del corpo, ma essere più frequente tra le scapole.

La velocità di intervento è fondamentale, dato che si tratta di una forma aggressiva di cancro e compromettere anche il tessuto circostante. Ecco allora che lo specialista consiglierà di fare una tac prima dell’intervento, così da sapere con precisione qual è la situazione da affrontare.

È possibile che il fibrosarcoma si evolva con delle metastasi ai polmoni, anche se sono molto rare. Le recidive locali, invece, dopo l’operazione chirurgica, purtroppo è abbastanza frequente.

Qual è la terapia?

Le cure più indicate per la risoluzione del problema le stabilisce lo specialista. È opportuno ricordare che non si deve ricorrere né al fai da te né al sentito dire.

Molto probabilmente verrà consigliata la radioterapia e la chirurgia. In questo modo si posiziona un filo di iridio radioattivo sotto la cicatrice, per bombardare l’area interessata con precisione. Infatti, le statistiche dicono che – senza la radio – il fibrosarcoma si ripresenta entro due anni nel 90% dei casi.

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