Il gatto vive all’aperto e dorme sulle foglie finché non incontra persone che gli cambiano la vita

La vita del gatto non è stata più come prima dopo aver incontrato alcune persone

Foglie e spazzatura erano il letto di Morpheus, un gatto di 6 anni che, come tanti suoi simili, versava in condizioni di randagismo. Arrivare alla fine della giornata con un buon pasto caldo e senza essersi fatto male rappresentavano già dei traguardi importanti. Tuttavia, in cuor suo, sentiva di non avere altro da chiedere alla vita.

Dal carattere timido e introverso, tendeva a fuggire dalle persone, probabilmente scottato da esperienze passate. Non intendeva più mostrarsi fragile, perciò cominciò ad adottare un carattere duro e deciso. Ma, come ben sapranno gli amanti degli animali domestici, era un semplice scudo di difesa, dettato dalla paura di soffrire.

Gatto dorme sulle foglie

I timori covati lo avevano spinto ad essere sempre guardingo, giorno e notte. Appariva nervoso con le persone soltanto per metterle in guardia. Del resto, la strada lo aveva portato a rafforzare il carattere, sviluppando una scorza dura. Non giovava una malformazione alle palpebre, rea di arrecargli dei seri danni agli occhi, al punto da renderlo praticamente cieco.

Eppure, il gatto rimaneva sempre nei paraggi. Anche se spaventato a morte, voleva tenersi aperta la possibilità di fare delle conoscenze. Era curioso di scoprire l’ambiente circostante e desiderava sapere cosa facessero le persone.

Gatto sul divano rosso

Un bel giorno, dei volontari hanno portato Morpheus al rifugio Little Wanderers NYC. All’inizio ebbe qualche problema di ambientamento. Si chiudeva a riccio, timoroso del contatto con l’esterno. Ciononostante, subito l’intervento chirurgico, prese coraggio e strinse amicizia con i suoi simili. Insieme agli altri mici ospiti della struttura creò un legame fantastico e ciò ne favorì l’adozione.

Lo prese a carico una donna, in coppia con un secondo trovatello, Keke. Nelle prime due settimane si nascondevano sotto il divano, poi cambiarono atteggiamento. Smisero di avere paura e divennero i “padroni del reame”. Quando salirono sulla poltrona, desiderosi di giocare, allora arrivò la conferma definitiva. I fantasmi del passato si erano, finalmente, dissolti, lasciando spazio alla vera personalità dei teneri baffuti. La possibilità di fare affidamento l’uno sull’altro ne favorì l’adattamento: da lì in poi non sarebbero mai più stati soli.

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