Il salvataggio della gattina senza denti rimasta sola ed affamata (VIDEO)
Una ragazza di nome Riley Tah si rese protagonista del salvataggio di una gattina abbandonata al proprio triste destino. Riley trovò il micio affamato, sofferente per una salute precaria e, soprattutto, senza denti.
Nessuno avrebbe mai scommesso sull’operato della ragazza, che invece si rimboccò le maniche e fece di tutto per salvare quella vita. Per lei fu tutto nuovo, non aveva mai avuto un animale domestico in vita sua, tanto meno una gattina in pericolo di vita.
L’esperienza fu difficile, straziante a tratti, in particolare modo nei primi tempi, ma poi le cose cambiarono relativamente in fretta. Un buon nutrimento, le costanti attenzioni e cure di Riley, fecero letteralmente “sbocciare” la gattina.
Sdentata, questo fu il nome scelto dalla neo proprietaria (vi ricorda qualche personaggio dei cartoni animati?). La piccola sdentata esplose di vitalità dopo qualche settimana, esprimendo tutta la sua gioia di vivere ogni giorno.
Riley riuscì a compiere un vero e proprio miracolo, grazie a molta pazienza e altrettanto amore incondizionato, per una creatura a dir poco speciale. Da quei giorni fatidici sono passati svariati mesi e adesso Sdentata ha circa 1 anno.
Quel pelo nero così soffice si sposa meravigliosamente con i suoi occhi, tondi e netti, in grado di ipnotizzare chiunque. Il suo sguardo profondo fa svegliare ogni giorno Riley sorridente; come dargli torto effettivamente.
Sdentata adora trascorrere il tempo fra le braccia della sua proprietaria, facendo dolci e tenere fusa che rallegrano l’animo di Riley. Poche cose al mondo sono più care di Sdentata per la ragazza.
Doveva accadere un miracolo per far si che la gattina sopravvivesse, contro il parere di tutto e di tutti, la piccola ce la fece. Il pericolo e le notti insonni sono solamente un brutto e lontano ricordo da lasciarsi alle spalle.
È difficile dire di no a quel faccino speciale, la dolcezza di Sdentata è pressoché infinita e Riley non poteva chiedere cosa migliore nella vita.
