La storia di Aslan, il gatto nato con quattro orecchie

Aslan è un gattino nato con quattro orecchie; la sua condizione è estremamente rara e lo ha portato ad essere famoso sui social

Il gatto Aslan ora ha un anno ed è felice, ma ha veramente rischiato un destino decisamente peggiore. Questo simpatico ed affettuoso micio è nato con una rara mutazione genetica che lo ha portato a sviluppare in età fetale ben due paia di orecchie. Il gatto è nato randagio, ma per fortuna ha incontrato sulla sua strada l’amore incondizionato di una donna.

aslan

Il gene che codifica per questa strana malformazione è un gene recessivo, il che vuol dire che un gattino con quattro orecchie nasce obbligatoriamente da due genitori sani portatori del gene. Queste informazioni le abbiamo grazie all’impegno di numerosi ricercatori; nel 1957 infatti, questi scienziati hanno pubblicato un articolo a riguardo sulla rivista scientifica Journal of Heredity. Quando due portatori sani si accoppiano, si ha il 50% delle possibilità che il futuro gattino nasca con due paia di orecchie.

Aslan è rientrato proprio in quella rarissima percentuale e così è venuto al mondo con la sua particolare conformazione. Lui e i suoi fratellini sono stati trovati da neonati in una carrozzeria; subito sono intervenuti i volontari del Animal Safe Haven and Adoptions, di cui fa parte anche Swati Komanduri. La donna non appena è venuta conoscenza del fatto che 14 micetti erano appena arrivati al rifugio e che uno di loro aveva 4 orecchie si è immediatamente precipitata a controllare la situazione.

gatto con collare

Non appena Swati ha incrociato lo sguarda do Aslan, tra i due è scoccata la scintilla; la donna racconta infatti di come si sia immediatamente innamorata del suo gatto, sin dal primissimo sguardo. La grande particolarità di Aslan lo ha portato ad avere un grande successo sui social: il micio ha migliaia di followers su tutte le piattaforme.

Il fatto che Aslan sia famoso è veramente incoraggiante: avremmo bisogno di più simboli come lui, pronti a dimostrare che essere diversi non significa essere sbagliati. Siamo grati a Swati per averlo salvato e per aver raccontato al mondo la sua storia.

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