I gatti sanno contare o non sanno che significa?

I gatti sanno contare? La tendenza ad antropomorfizzare è sempre presente quando si tratta di Miao, ma succede anche in questo caso o è una sua abilità?

I gatti sanno contare, non come noi e non hanno i nostri stessi scopi, ma sì: sanno far di conto, più o meno. Sul web ci sono tanti video che lo dimostrano, ma cosa c’è di vero e cosa invece è frutto di una nostra errata interpretazione? Quando si tratta dei nostro amici a quattro zampe, la tendenza a proiettare noi stessi su di loro è sempre dientro l’angolo, ma non sempre ci si prende e si fa il loro bene, in questo caso dove sta la verità.

Presa per buona la risposta affermativa, approfondendo l’argomento, perché Miao dovrebbe saper contare e cosa lo rende diverso da noi bipedi? La scienza ha cercato di andare più a fondo per fare in modo che ci si possa avvicinare sempre di più al mondo felino e comprenderlo il più possibile.

Perché i gatti dovrebbero aver bisogno di contare?

gatto che caccia

Gli animali sono molto pratici nella gestione della vita di tutti i giorni, non fanno nulla per niente. Quindi se i gatti sanno contare vuol dire che questa competenza deve servire a qualcosa. Pare infatti che siano nelle condizioni di fare senza alcun problema sottrazioni e addizioni, perché? Per potersi difendere da eventuali minacce per esempio, per comprendere quanti sono i nemici in avvicinamento nel caso si un attacco imminente.

Quindi, nessun premio Nobel per la matematica e nessuna scoperta che renderà un amico a quattro zampe, ma mera necessità di difendersi dai pericoli, niente di più importante e nulla che tolga fascino a questo straordinario animale.

Insomma, pare che il nostro adorato Micio sia in grado di distinguere le quantità, sapere la differenza tra molto e poco, tra pericoloso e innocuo, gestibile e troppo più forte numericamente parlando.

La scienza a supporto

gatto tigrato

I gatti sanno contare, non sono solo le testimonianze online a dircelo, ma anche alcune ricerche scientifiche che si sono concentrate proprio su questo aspetto straordinario. Un tassello in più da inserire tra quelli che completano la conoscenza del nostro amico a quattro zampe. Gli esperti confermano che lo fanno per questioni legate alla sicurezza e alla protezione della propria incolumità. Non sono solo i felini a farlo. Anche gli orsi, i lupi, i cani le api e i pesci si sono ingegnati per fare in modo di difendersi dai pericoli imminenti.

Nella fattispecie, pare che i gatti selvatici, così come anche i leoni siano capaci di mettere in relazione i suoni con i numeri. Attraverso il loro udito straordinario e la possibilità di ascoltare le vibrazioni del suono, riescono a determinare quanti sono i nemici in avvicinamento.

Lo stesso pare facciano i pesci guppy, avvistati in compagnia di loro simili più grandi come forma di protezione dalle specie che minacciano la loro vita. Nonostante il nostro amico a quattro zampe, addomesticato e al sicuro perché circondato da quattro mura domestiche, non abbia la reale necessità di pensare alla propria sopravvivenza, il dna è più forte di qualsiasi evoluzione e fa sì che qualsiasi esemplare felino sappia fare di conto.

Inoltre, una credenza comune fa riferimento anche all’aspetto riproduttivo. Pare infatti che mamma gatta sappia contare anche per non perdere di vista i suoi amati cuccioletti. Nonostante ciò, sta di fatto che siano l’udito e l’olfatto le vere armi dei felini, anche quando si tratta di salvaguardare la prosecuzione della specie.

Il gatto sa riconoscere le quantità?

gatto sotto le coperte

I gatti sanno contare, quindi possono avere un approccio quantitativo? Anche in questo caso ci viene in soccorso la scienza e gli studi condotti in merito a questo specifico argomento. I cani lo sanno fare pure, ma come siamo stati in grado di determinarlo? Non è stata un’impresa facile, tuttavia ad alcune evidenze ci si è arrivati. Conoscere ancor di più il nostro amico a quattro zampe ci permette di migliorare il legame con lui e di aiutarlo in caso di difficoltà. Lo stesso vale se pensiamo a quanto sappiamo comprendere il linguaggio dei gatti e quanto questo ci torni utile.

Per i ricercatori convincere il campione di felini a collaborare non è stato mica semplice. Per quanto ci siamo falsi miti sui gatti che li dipingono molto più distanti e indipendenti di quanto non siano, è pur vero che l’obbedienza di Fido riscontrarla in Miao non è poi così facile.

Nonostante ciò, uno studio italiano ha provato a stabilire la competenza numerica nei nostri amici a quattro zampe. I risultati non sono stati dei migliori, la scarsa collaborazione non ha aiutato e il completamento dell’esercizio non è sempre stato possibile, ma qualcosa abbiamo comunque potuto imparare.

Pare infatti, che le nostre piccole palle di pelo abbiano delle competenze matematiche simili a quelle dei pesci. Ma questo cosa significa? Cerchiamo di scendere il più possibile nel dettaglio e di scoprire un’altra importante fetta dell’affascinante mondo felino.

I dettagli dell’esperimento

gatto dispettoso

I gatti sanno contare e a confermarlo è stato un esperimento scientifico. Una ciotola di cibo con tre punti neri e una vuota con due punti neri. L’obiettivo consisteva nella disposizione di questi. I felini che si sono dimostrati collaborativi hanno fatto vedere come fossero in grado di comprendere la differenza quantitativa. Sapevano che si trattava di due oggetti diversi e cosa li rendesse tali.

Il passo successivo è stato quello di arrivare alla conclusione che ad aiutarli fosse la maggiore o minore presenza di nero da una parte e dall’altra. Pare infatti che Miao non sia in grado di contare come lo intendiamo noi umani. Insomma, ha un determinato spazio e una determinata disposizione cromatica, più o meno preponderante.

Infatti una volta aumentata la dimensione dei puntini, i felini non sono stati più capaci di distinguerli, facendo giungere gli scienziati alla conclusione che in fin dei conti non sono veramente nelle condizioni di ragionare in maniera quantitativa.

Conclusioni

Una risposta definitiva ed esaustiva non è detto che l’avremo mai, la differenza comunicativa, per quanto si sia ridotta grazie a secoli di convivenza a strettissimo contatto, non ci permetterà mai di porre domande ai nostri amici a quattro zampe e di ricevere risposte precise.

Una certa dose di mistero rimarrà sempre, e forse è anche questo a renderli così speciali e affascinanti. Questa non è una domanda di facile determinazione. Per di più, non sono state condotte molte ricerche in merito. Ma la scienza è fiduciosa e pensa che in futuro dei passi avanti sulla misurazione dell’intelligenza felina possano essere fatti, si tratta solo di trovare la giusta chiave di lettura.

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