Salerno, gattino ucciso e gettato in una fontana

Questa è la storia di un gattino ucciso e gettato in una fontana, dopo essere stato chiuso in un sacco dell'immondizia. Un atto condannato da tutti

La crudeltà umana non ha limiti. Lo dimostra quanto avvenuto in provincia di Salerno. Un gattino è stato ucciso e gettato in una fontana. Questo dopo essere stato chiuso dentro un sacco dell’immondizia.

volante della polizia per gatto ucciso

Al micio nero protagonista di questa storia è stata riservata davvero una fine orribile. L’atto di estrema violenza per fortuna non è passato sotto silenzio. Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista, ha sporto denuncia.

La vicenda

Il fatto si sarebbe verificato lo scorso weekend, nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 dicembre. Il gattino ucciso e gettato in una fontana è stato trovato chiuso in un sacco di plastica in piazza Agnese Passarelli a Rofrano.

Gli animalisti hanno immediatamente fatto sentire la loro voce. Rinaldo Sidoli ha dichiarato su Leggo: “Una violenza del genere, su un animale indifeso, è sintomo di una personalità disturbata, in grado di fare del male anche alle persone. Per questo invitiamo chiunque sappia qualcosa a collaborare, anche in forma anonima. Chiediamo altresì al sindaco, Nicola Cammarano, di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari che saranno avviati in caso di individuazione dei responsabili”. L’uomo ha chiesto anche un inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali.

Non si tratta del primo caso, vi ricordate i gattini scomparsi (forse vittime di una faida tra vicini) o il gattino del progetto Enpa?

Le dichiarazioni

Rinaldo Sidoli afferma: “Un disegno di legge contro chi commette crimini contro gli animali è già pronto, va solo approvato e per questo torniamo a sollecitare il Governo. Gli animali non possono più attendere altri rinvii: il contrasto alla violenza contro gli animali e maggiori tutele nei loro confronti sono previsti anche dal programma di governo del M5S e del Pd. A quanto pare, non si tratta di una priorità, e intanto chi commette questi crimini non va mai in carcere”.

Ormai, e per fortuna, tematiche del genere toccano il cuore della maggior parte della cittadinanza, che chiede maggiore impegno alle istituzioni affinché si creino misure efficaci contro atti di tale viltà. Le associazioni da tempo chiedono che anche nelle scuole vengano organizzati dei momenti di formazione per sensibilizzare i cittadini di domani.

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