Bambino generoso raccoglie soldi per un rifugio di gatti vendendo limonata
Davvero un gesto molto generoso e apprezzabile quello di questo bambino. Il suo amore per i gatti non ha eguali
Negli Stati Uniti non è raro vedere bambini creare un chioschetto davanti alle loro abitazione per vendere limonata o aranciate. Spesso lo fanno per racimolare qualche soldo per comprarsi un gelato o magari un giocattolo. Il protagonista della storia di oggi invece ha un obiettivo ben più ambizioso, ovvero quello di aiutare un rifugio di gatti situato vicino casa sua.
Il bimbo in questione si chiama Ben Miller e la sua idea è nata quando per la prima volta visitò il rifugio di gatti locale insieme alla nonna. Lì Ben notò che i gattini erano in buone condizioni ma non avevano nessuno svago. Decise quindi di iniziare a guadagnare qualche soldo per comprare dei giochi ai gatti. La sua attività va a gonfie vele e in tre anni è riuscito a ottenere circa due mila dollari da donare al rifugio. La struttura è gestita dall’Idaho Humane Society e i volontari sono davvero contenti di ciò che fa Ben.
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“Ho iniziato due anni fa e la prima volta ho donato circa 200 dollari. La seconda volta circa 600 dollari e questa volta circa 1.150. Di solito vendo limonata, limonata alla lavanda e biscotti e dolcetti per cani” racconta soddisfatto Ben. Siamo sicuri che Ben stia facendo grandi affari e che le persone che comprano da lui siano molto soddisfatte, visto la bontà delle cose che vende il bimbo. La madre afferma che ci sono persone che hanno fatto anche 1 ora di viaggio per venire qui.
“Quando vediamo i bambini da soli che raccolgono donazioni, significa semplicemente che è un mondo migliore per noi. Siamo sempre a corto di fondi per i gatti e poiché Ben ama li ama ci sarà di sicuro d’aiuto. Gli siamo davvero grati” afferma Kristine Schellhaas, responsabile delle comunicazioni della Idaho Humane Society. I genitori di Ben e tutto il vicinato sono fieri dell’operato del bimbo e sperano che con il suo aiuto i gattini del rifugio possano essere felici.
