Un gatto può sbuffare ed esprimere disappunto?

Se sappiamo interpretare il linguaggio del corpo, possiamo scoprire tante cose su Miao, anche se il gatto può sbuffare ed, eventualmente, perché lo fa

Un gatto può sbuffare e i contesti che lo portano a reagire in questo modo sono molteplici. Ecco allora che imparare a riconoscerli può essere un valido strumento per capire qual è il suo stato d’animo e se ha bisogno di aiuto.

Secoli di convivenza a stretto contatto con il nostro amico a quattro zampe ci ha permesso di stabilire un rapporto sempre più simbiotico tra bipede e quadrupede, riducendo anche il divario comunicativo inevitabile tra due specie così diverse fra loro. Un passo avanti importante, insomma, per garantire l’equilibrio psicofisico della nostra piccola palla di pelo.

Gatto che sospira

gatto assonnato

Il gatto può sbuffare, sapere comprendere il linguaggio dei gatti ci può dire anche perché. Non è un comportamento di immediata individuazione: le situazioni un cui può decidere di farlo sono tante e tra le più disparate. I dettagli, allora, possono fare la differenza. In ogni caso, per qualsiasi dubbio o incertezza è sempre meglio rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza.

Ogni giorno è una magnifica sorpresa: scopriamo sempre cose nuove e magari riusciamo a sfatare i falsi miti sui gatti che da troppo tempo circolano sul web e non solo. Per quanto strani possano sembrarci, almeno in apparenza, gli atteggiamenti del nostro amico a quattro zampe hanno sempre un motivo sottostante ed è una nostra responsabilità scoprirlo, così da assicurarci che stia sempre bene e non abbia problemi di natura psicologica o fisica a disturbarlo.

Insomma, non fermiamoci al contesto che, in un primo momento, può sembrare divertente. Ci sono delle situazioni in cui le cause possono essere anche gravi e meritare il nostro intervento e quello del veterinario, soprattutto.

Gatto soffia aria dal naso

gatto in dormiveglia

Conoscere le ragioni di un tale atteggiamento è il primo passo, ma bisogna fare chiarezza nella molteplicità delle situazioni in cui possiamo ritrovarci a sorprendere Miao insofferente. Non è raro che succeda quando è ancora cucciolo e durante una fase di apprendimento e socializzazione. Un momento molto delicato della sua vita, che è meglio cominci già dalle prime settimane, e che gli dà gli strumenti per interagire con il mondo che lo circonda nel rispetto di tutti gli attori in gioco.

Siamo di fronte, il più delle volte, a una comunicazione che sceglie dei momenti di criticità, quando qualcosa lo mette a disagio o si sente in pericolo. Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine e di dare degli elementi distintivi determinanti, senza per questo volersi sostituire al veterinario.

Il gatto sbuffa perché sente dolore

Il gatto può sbuffare quando qualcosa gli provoca fastidio, addirittura delle algie. Se lo fa in una condizione di tranquillità, magari mentre lo stiamo coccolando, c’è da indagare maggiormente. L’aggressività possessiva del gatto, per esempio, si manifesta in altri contesti. E se siamo noi il bersaglio qualcosa non va.

Non è escluso che abbiamo toccato un punto del suo corpo che gli fa male. Anche soltanto avvicinarsi potrebbe farlo scattare: si tratta si mera paura di poter provare ancora dolore. Un atteggiamento difensivo e che ci vuole mettere in guardia. Ci sta dicendo: “Non ti avvicinare ancora, altrimenti mi faccio male”.

Insomma, non ci odia e non ce l’ha con noi, vuole semplicemente preservarsi e manifestare sentimenti quali: disagio, insicurezza, dolore, fastidio (psicologico o fisico) oppure stress. A tal proposito, potrebbe tornare utile saperne di più su come curare l’ansia del gatto.

La territorialità la fa da padrone

gatti in allerta

Un altro motivo che potrebbe essere compatibile con la reazione oggetto della nostra analisi può essere legato alla territorialità. Non dimentichiamo mai, infatti, che per quanto sia addomesticato il felino conserva una componente selvatica nel dna. Gatti e caccia restano un tutt’uno, a prescindere dal fatto che sia una questione di sopravvivenza o viva all’interno di quattro mura. Il concetto di territorialità è sempre preponderante. Il luogo che considera casa e i componenti che lo abitano saranno sempre una sua priorità.

Il nostro amico a quattro zampe, infatti, ha la necessità impellente di marcare il territorio, di delineare i suoi spazi e di fare in modo che i suoi simili nelle vicinanze non interferiscano. Ecco perché si parla, soprattutto nei maschi di sterilizzazione. A tal proposito, può tornare utile sapere quando il gatto è pronto a farsi castrare.

A confermare quanto sinora detto arriva una situazione tipo: la presenza molto prossima di un gatto randagio. Attenzione, però, perché se finestre e balconi non sono messi in sicurezza, rischiamo che i due si avvicinino talmente tanto da lottare. Il rischio è che uno dei due o entrambi si facciamo male seriamente. Evitiamo rischi inutili, individuando per tempo il problema e trovando una soluzione insieme a un etologo esperto in comportamento felino.

Il gatto è aggressivo o stressato

gatto stressato

Il gatto può sbuffare se è aggressivo. Ecco allora che non è il caso di prendere sottogamba la situazione. È meglio capire che cosa lo faccia stare in allerta e spesso sulla difensiva. Importanti sono determinati segnali che vanno riferiti al veterinario. Attenzione se mostra i denti e/o le unghie, se ringhia o morde. A tal proposito, può essere fondamentale sapere come fermare un gattino che graffia.

Anche in questo contesto i motivi scatenanti possono essere molteplici. C’è però un’eventualità che si presenta più spesso di altre. Quando ci sono delle new entry, a due o a quattro zampe che siano, il nostro amico a quattro zampe estremamente abitudinario entra in allarme e pensa di doversi difendere e di dover proteggere il territorio d’appartenenza. Ecco perché è importante prepararlo pian pianino a qualsiasi novità. A tal proposito ecco come presentare un gatto adulto e un gattino senza spiacevoli episodi.

Gatto e trasloco non sono tra le accoppiate più felici. Un viaggio, per quanto sia breve, o il trasferimento in un’altra casa – magari anche più piccola rispetto alla precedente – sono sempre motivo di nervosismo. A tal proposito, può tornare utile sapere come abituare il gatto al trasportino affinché non lo veda come un mero mezzo di trasporto o una prigione, ma come un alleato all’interno del quale sentirsi al sicuro.

Segnali correlati, importanti da notare come discriminante, sono: la bocca aperta, la lingua di fuori e penzoloni, miagolii e versi ripetivi, tipici della sottomissione e soffi. In definitiva, qualsiasi sia il motivo, va individuato per lavorare sulla sua risoluzione.

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