Ictus nel gatto: i sintomi, cause, cure, malattie correlate e cosa sapere

La salute della nostra piccola palla di pelo è prioritaria, individuare i sintomi di un ictus nel gatto è fondamentale per curarlo al meglio. I dettagli

Il benessere del nostro amico a quattro zampe viene prima di tutto. Fa parte della famiglia a tutti gli effetti e non vorremmo mai vederlo star male o peggio morire.

Conoscere un eventuale nemico è il primo passo per poterlo combattere al meglio, ecco allora che saper riconoscere i sintomi diventa fondamentale per intervenire prima possibile e curare al meglio Miao.

L’ictus nel gatto va gestito, ovviamente, dal veterinario. È l’unico ad avere le competenze che servono, l’unico a poter avere un quadro clinico completo e a poter individuare eventuali caratteristiche di razza e pregressi clinici che incidono negativamente.

Indice

Ictus gatto, che cos’è
Le cause dell’ictus nel gatto
I sintomi dell’ictus nel gatto
Le situazioni a rischio nell’ictus del gatto
Ictus gatto, diagnosi
Ictus gatto, trattamento

Ictus gatto, che cos’è

gatto sul letto

Con ictus del gatto, ma vale per il tipo di malattia in generale, si intendono alcune compromissioni del flusso sanguigno nel cervello.

L’interruzione di quest’ultimo non fa altro che distruggere il tessuto delle cellule che corrispondono a una determinata area.

Le conseguenze possono essere temporanee oppure permanenti e possono ripercuotersi anche su altre funzioni del corpo della nostra piccola palla di pelo.

La frequenza dell’ictus nel gatto

Anche se si tratta – lo abbiamo appena visto – di una possibilità per i felini, è pericolosa tanto quanto remota. Infatti, non capita spesso che Miao ne venga colpito.

Questi attacchi ischemici, esattamente come succede a noi esseri umani, sono rari ma è importante saperli riconoscere al primo segnale. Questo perché prima si interviene, più possibilità si hanno di evitare che le conseguenze siano di una certa entità o, addirittura, fatali.

Se ne individuiamo anche soltanto uno, è bene fare visitare il gatto dallo specialista. Meglio una visita in più, ed essere rassicurati, che sottovalutare il problema e curarlo quando ormai è troppo tardi o i danni sono irreversibili.

Le cause dell’ictus nel gatto

coccole al gatto

Gli ictus nel gatto possono verificarsi di due tipi. Il primo, di cui abbiamo accennato, è quello ischemico e si viene a creare quando l’afflusso di sangue al cervello viene meno.

Oppure, al contrario, può essere emorragico. Invece di una mancanza ematica, ce n’è una eccessiva. Qualche vaso si rompe e provoca un’emorragia nel cervello del nostro amico a quattro zampe particolarmente sfortunato.

Ictus ischemico VS Ictus emorragico

Anche se avvengono entrambi nel cervello, ci sono alcune differenze che è bene considerare. Nel dettaglio, l’ischemia (anche detto ictus ischemico) si viene a creare quando un coagulo impedisce il normale circolo ematico all’interno del cervello. È la conseguenza di una trombosi oppure di un’embolia.

L’ictus emorragico, invece, dipende dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello, dal quale fuoriesce il sangue. Di norma, questo tipo di eventualità danneggia le cellule subito circostanti.

Le tempistiche con cui si manifestano

I segni di ictus nel gatto non sono gli stessi di quelli che caratterizzano un’ischemia o un’emorragia nell’uomo. Quindi è di fondamentale importanza non peccare di presunzione e ricorrere al fai da te o al sentito dire. Soltanto lo specialista è in grado di aiutarlo al meglio e di limitare il più possibile le conseguenze di un danno di questa portata.

Ci sono delle eventualità in cui il nostro amico a quattro zampe sia stato colpito da un ictus è abbastanza evidente. I sintomi tipici, infatti, compaiono in pochi secondi. In altri casi, però, l’individuazione del problema è meno immediata. Alle volte, infatti, i segnali compaiono anche 24 ore dopo l’attacco vero e proprio.

I sintomi dell’ictus nel gatto

gatto sbanda

Sperando che la nostra piccola palla di pelo venga soccorsa prima possibile, indipendentemente dal tipo di ictus, e che le conseguenze possano essere minime e superabili, ecco quali sono i segnali che è bene saper riconoscere.
Se notiamo uno o più di questi sintomi, non perdiamo tempo e contattiamo lo specialista di fiducia o corriamo alla clinica veterinaria più vicina. I sintomi tipici sono:

Come già detto, sono campanelli di allarme di qualcosa che non sta andando per il verso giusto. Prima si interviene, più probabilità di sopravvivere e di riprendersi avrà la nostra piccola palla di pelo.

Le situazioni a rischio nell’ictus del gatto

gatto grigio

La possibilità di ictus nel gatto aumenta soprattutto durante il periodo estivo. Non è raro poi che questa malattia colpisca soprattutto gli amici a quattro zampe che vivono all’aperto, i gatti randagi o quelli che sono in ‘semilibertà’).

Inoltre, esiste una serie di malattie che possono rendere l’esemplare a rischio ictus. Il sopraggiungere di una ischemia o di una emorragia potrebbe dipendere da una condizione di ipertiroidismo, alcune patologie cardiache o epatiche, il diabete nel gatto e un’insufficienza renale.

Ecco allora che alcune patologie accrescono il rischio di una condizione come quella dell’ictus. Inoltre potrebbero essere delle concause le infezioni provocate dai parassiti, l’ingestione di tossine, i traumi cranici o al corpo che sono conseguenza di incidenti stradali vari ed eventuali.

Infine, esistono dei difetti genetici di natura ereditaria che predispongono a una maggiore incidenza. Il segreto, in tutti i casi, è far controllare il nostro amico a quattro zampe con una certa regolarità.

Ictus gatto, diagnosi

gatto disteso

Una volta individuati i sintomi sospette, l’unica cosa da fare e contattare lo specialista. Portiamolo prima possibile a visita dal veterinario. Dopo una visita accurata, coadiuvata da una anamnesi il più possibile dettagliata da parte nostra, il veterinario cercherà di mettere insieme i pezzi del puzzle.

Oltretutto saranno necessari alcune analisi del sangue e di natura diagnostica prima che lo specialista si sbilanci con una diagnosi precisa e corretta. Il primo passo per individuare la cura ideale per l’ictus del gatto.

Ecco perché è importante fornire al veterinario tutte le informazioni possibili sulla storia clinica del proprio amico a quattro zampe. Potrebbero aiutare a determinare il fattore scatenante e i motivi sottostanti.

Attraverso un esame fisico, le analisi del sangue con l’emocromo completo e il profilo biochimico, le analisi delle urine, una tac e la risonanza magnetica si avrà un quadro completo della situazione.

Si evidenzieranno possibili traumi e lesioni interne, problemi ai reni e/o al fegato, eventuali compromissioni a livello dei vasi sanguigni. L’esame delle feci, poi, escluderà o meno la presenza di un’infezione parassitaria.

Ictus gatto, trattamento

gatto sul pianoforte

La cura sarà mirata a eliminare la motivazione che ha scatenato l’ictus nel gatto. Verrà affiancata anche una terapia di supporto che mantenga stabili le condizioni di salute del nostro amico a quattro zampe. Sarà importante soprattutto nelle ore subito successive all’attacco ischemico.

Di norma la cura prevede la somministrazione di alcuni liquidi attraverso flebo endovena e di farmaci antinfiammatori. Per questo motivo, lo specialista consiglierà quasi sicuramente il ricovero in clinica veterinaria.

La prognosi

Dopo che l’ictus del gatto è stato trattato con la cura migliore, si deve attendere. In genere la prognosi è variabile a seconda del motivo per cui si è scatenato il malessere. Se si ha a che fare con patologie croniche – come problemi che colpiscono il cuore o il fegato, il diabete e l’ipertiroidismo – verranno prescritte al nostro amico a quattro zampe delle terapie per tutta la vita, mirate alla sua stabilizzazione.

Anche se il gatto ha l’insufficienza renale è prevista una lunga terapia farmacologica. Per il resto, c’è da sperare che l’ictus del gatto non causi danni permanenti e di una certa entità.

LEGGI ANCHE: Gatto anziano: perché barcolla?

Articoli correlati