Prolasso vaginale del gatto: cause, sintomi e cure per questa malattia

Il prolasso vaginale del gatto è una condizione possibile negli esemplari femmina non sterilizzati. Ecco cosa sapere per la salute dei piccoli felini

Il prolasso vaginale del gatto è una condizione piuttosto rara, provocata dall’azione dell’ormone femminile, l’estrogeno. Si verifica nelle femmine giovani e non sterilizzate e causa una anomala fuoriuscita di tessuto dalla vagina. La scoperta di questa grande massa che sporge dalla vulva è sicuramente preoccupante e chi non è a conoscenza del prolasso vaginale potrebbe scambiarlo per un tumore in rapido sviluppo oppure per un aborto spontaneo in corso. Cerchiamo allora di capire cos’è il prolasso vaginale del gatto, quando si verifica e come si può risolvere questo problema.

Cos’è il prolasso vaginale del gatto

mamma gatta che allatta un gattino

Sentendo parlare di prolasso vaginale generalmente pensiamo a un problema che interessa unicamente le donne della nostra specie. In realtà non è così perché anche le femmine dei gatti possono esserne soggette. Riuscire a riconoscere il prolasso vaginale del gatto, però, non è semplicissimo perché spesso questo disturbo a una prima e rapida osservazione può essere confuso con una massa tumorale.

Per quanto sia dura da ammettere, il prolasso vaginale del gatto è una condizione che si verifica comunemente nelle femmine che non sono state sterilizzate. A causa dell’azione degli ormoni femminili (estrogeni) il tessuto delle pareti vaginali interne si gonfia finché non sporge dalla la vulva, l’organo genitale femminile esterno. La massa è solitamente accompagnata da perdite vaginali.

Questa condizione determina il gonfiore del tessuto vaginale e una sporgenza di esso che lo fa somigliare a una sorta di massa a “forma di ciambella”. La causa principale del prolasso vaginale del gatto è la stimolazione degli estrogeni ma esistono anche altre cause di questo problema come l’iperplasia vaginale (proliferazione della mucosa vaginale). Altre cause di prolasso possono essere lo sforzo prolungato derivante da un travaglio o da un parto difficili e anche l’interruzione del coito prima che possa verificarsi l’accoppiamento. La riluttanza a riprodursi può essere un sintomo di prolasso vaginale.

Prolasso vaginale del gatto: cause e sintomi

gatto bianco e nero

Sono diverse le cause del prolasso vaginale del gatto. Come anticipato la più comune è la stimolazione degli estrogeni ma può essere provocato anche da:

  • Iperplasia vaginale (proliferazione della mucosa vaginale);
  • Travaglio o parto difficili;
  • Interruzione brusca dell’atto sessuale;
  • Ipoplasia vaginale (vagina è molto più piccola del normale).

Questa condizione può colpire tutte le gatte e in verità nella maggior parte dei casi non si può risalire a una causa specifica. Non si sa, di fatto, perché una gatta ha il prolasso vaginale ma si pensa che possano contribuire al suo sviluppo caratteristiche come debolezza dei tessuti e tenesmo. In quest’ultimo caso la micia soffre di continui spasmi nello sfintere anale, spesso dolorosi, accompagnati da uno stimolo continuo all’evacuazione.

Nei casi più gravi il prolasso vaginale può impedire la minzione del gatto. La condizione viene quasi sempre diagnosticata appena prima o durante l’estro (calore) e, sebbene per la maggior parte delle gatte l’esito del trattamento sia positivo, c’è un’alta possibilità che si ripresenti durante la gravidanza o al momento del parto. Nelle femmine predisposte a questa condizione è raccomandata la sterilizzazione, per evitare appunto una recidiva a ogni calore e accoppiamento.

Ma cosa succede al gatto con un prolasso vaginale? Ecco i sintomi tipici di questa condizione:

  • Tessuto arrossato e infiammato che sporge dalla vulva;
  • Eccessivo leccamento della zona interessata;
  • Difficoltà e dolore durante la minzione;
  • Mancanza di interesse nei confronti dei gatti maschi (resistenza all’accoppiamento).

Tutti questi sintomi devono metterci in guardia, perciò non esitiamo a portare la nostra gatta dal veterinario per procedere con il trattamento giusto.

Prolasso vaginale del gatto: diagnosi e trattamento

gatto di tipo rex

Come fa il veterinario a diagnosticare il prolasso vaginale del gatto? Prima di tutto deve prelevare un campione di tessuto vaginale per cercare di escludere la presenza di una massa cancerosa o di altre infezioni. In questo caso si parla di diagnosi differenziale. Una volta accertata la presenza del prolasso vaginale del gatto deve capire quale sia l’entità del problema. Se la gatta non mostra difficoltà durante la minzione in genere basta una terapia ormonale con lo scopo di correggere il problema. A questa si aggiunge anche l’utilizzo di una crema per uso topico da applicare nella zona, per cercare di alleviare il fastidio e il bruciore.

Se il prolasso, invece, è più grave e la gatta mostra problemi durante la minzione il veterinario deve agire in modo diverso. In questo caso è necessario il ricovero e perfino un intervento chirurgico allo scopo di rimuovere la massa. Il recupero post-operatorio, come sempre, può essere fastidioso e difficile per la gattina ma con il nostro aiuto tutto sarà sicuramente più semplice. Perciò impegniamoci da bravi padroncini!

È utile far indossare alla gatta un collare elisabettiano per evitare che si lecchi la ferita e, inoltre, si consiglia l’uso di unguenti per rilassare e idratare la zona operata.

Sterilizzazione della gatta: cosa sapere

gatto randagio con problemi al naso

L’unico modo per prevenire il prolasso vaginale del gatto femmina è la sterilizzazione. Come abbiamo visto è una condizione determinata da un’eccessiva produzione di ormoni femminili perciò se non sterilizziamo la micia rischiamo che abbia una recidiva. Evitando l’accoppiamento non solo non può trasmettere il disturbo ai cuccioli, ma soprattutto non soffre a ogni calore. Non dimentichiamo che il prolasso vaginale del gatto è una condizione che nel tempo diventa molto dolorosa e non è giusto che la gatta soffra per una nostra mancanza.

La sterilizzazione delle femmine non è altro che la procedura chirurgica con la quale si impedisce la riproduzione. La sterilizzazione chirurgica delle gatte consiste nell’asportazione delle ovaie, un’operazione che nel linguaggio medico si chiama ovariectomia. Talvolta viene rimosso anche l‘utero fino alla cervice e, in questo caso, parliamo di un altro tipo di intervento che si chiama ovarioisterectomia.

Sentiamo spesso dire che sterilizzare le gatte è importante per evitare che sviluppino tumori. In effetti non è sbagliato affermare una cosa del genere perché rimuovendo le ovaie si elimina del tutto la possibilità di tumori ovarici o di cisti ovariche, iperplasia e, come abbiamo visto, prolasso vaginale. Sentiamo dire spesso anche che sterilizzare la gatta la porta a ingrassare tantissimo. Anche qui l’affermazione non è del tutto sbagliata perché una delle conseguenze di questo tipo di intervento è proprio l’aumento della fame. Inoltre la mancata produzione di ormoni sessuali facilita l’accumulo di tessuto adiposo. Ciò però non vuol dire assolutamente che qualsiasi gatto sterilizzato vada incontro all’obesità, basta garantirgli una dieta sana ed equilibrata per mantenere il controllo del peso.

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