Egyptian Mau: leggende e poteri

L’Egyptian Mau è un gatto circondato da antiche leggende ed era venerato dagli Egizi come un dio con grandi poteri.

Leggende e misteri circondano le origini di questa antica e regale razza di gatti, Egyptian Mau. La parola Mau nell’antico Egitto significava gatto o sole, e non v’è dubbio che i gatti egiziani erano adorati da faraoni e re e venerati dagli egiziani come degli dei.  Egyptian Mau leggende e poteri

L’origine del Mau egiziano è stata tracciata attraverso l’arte e i dipinti egiziani: papiri e affreschi risalenti al 1550 a.C. raffigurano questi gatti maculati. Tuttavia, le più antiche immagini certe di gatti, nell’antico Egitto, si presentano come geroglifici scolpiti su un frammento di muro del tempio trovato a sud del Cairo e datato intorno al 2200 a.C. 

Egyptian Mau leggende e poteri

Molti documenti hanno reso evidente che i gatti erano parte integrante della vita quotidiana e considerati membri della famiglia, poiché si credeva che potessero proteggere il nucleo familiare e la proprietà. Gli Egyptian Mau erano anche protetti dalla legge. Uccidere deliberatamente un felino era punibile con la morte: uno storico registrò l’omicidio di un romano che aveva causato la morte di un gatto.

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I felini hanno assunto una grande importanza nella religione egiziana dal 2000 a.C. in poi. Molte letture di geroglifici danno loro il potere e la forza per combattere le forze del male. Dal 1500 a.C. circa si credeva che il dio del sole Ra potesse manifestarsi sotto forma di un gatto, il “Grande Tomcat”. Ogni notte Ra andava negli inferi, affrontava il suo nemico, il demone serpente Apophis e lo uccideva con un coltello assicurando così il sorgere del sole il mattino seguente. Molti antichi dipinti egizi raffigurano Ra nella forma di un gatto maculato che uccide Apophis. 

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Nel 945 a.C. il gatto venne associato ad un’altra dea, Bastet, e i gatti sacri allevati in gattili erano venerati come manifestazioni viventi della dea. La popolarità di questo culto di Bastet continuò per oltre 1500 anni nell’era romana (fino al 330 d.C.). Molte bellissime sculture in bronzo di gatti sopravvivono a questo periodo. 

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Quando un gatto domestico moriva, i membri della famiglia si rasavano le sopracciglia per esprimere il loro dolore. I felini morti venivano portati nella capitale di Bubastis dove venivano imbalsamati, mummificati e sepolti in sacri sepolcri, nella speranza che avrebbero accompagnato i loro proprietari nell’aldilà.

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Proprio come con le mummie umane, i sarcofagi dei gatti venivano spesso dipinti con le loro caratteristiche e altri elaborati disegni. Ad alcuni di loro venivano persino dati sarcofagi calcarei o bare in legno a forma di gatto, mentre altri avevano maschere facciali in bronzo. Le mummie di gatto risalgono al 1000 a.C. circa e hanno fornito molte informazioni importanti sui felini degli antichi egizi. Delle mummie che sono state scartate, molte hanno rivelato il modello di tabby maculato tipico del gatto Mau egiziano moderno.

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