Gatto Burmese, qual è l’alimentazione ideale

Adottare un peloso vuol dire accudirlo a 360 gradi. Nel caso del Gatto Burmese, ecco l’alimentazione migliore per le sue esigenze di vita

Adottare un quattro zampe significa prendersi cura di lui completamente. Il Gatto Burmese, per stare bene, deve seguire un’alimentazione specifica. La dieta, infatti, deve tenere conto dell’età, delle condizioni di salute generale e dello stile di vita condotto.

Una corretta alimentazione serve anche a prevenire eventuali malattie. Non si tratta solo di coccole e momenti di armonia, ma anche fare in modo che stia al meglio delle proprie possibilità.

Ecco allora che non saltare mai i controlli periodici dal veterinario, fare sempre i richiami dei vaccini, applicare l’antiparassitario e farsi seguire da un nutrizionista che tenga conto del quadro clinico generale diventano pratiche fondamentali.

Indice

Le aspettative di vita del Gatto Burmese
Il carattere del Gatto Burmese
Malattie legate alla dieta
L’alimentazione del Gatto Burmese

Le aspettative di vita del Gatto Burmese

gatto riflesso

Di solito, la salute di questo amico a quattro zampe è buona. Soprattutto se viene accudito come si deve sin dai primi mesi di vita, è probabile che la sua aspettativa di vita sia di tutto rispetto. Infatti, può vivere in media sino a 15 anni.

Purtroppo, però, ci sono delle questioni che hanno a che fare con la genetica che è bene conoscere. Sulle patologie del Gatto Burmese può incidere anche l’alimentazione. Per evitare, per esempio, l’obesità è importante che si seguano i consigli del veterinario di fiducia.

Il carattere del Gatto Burmese

gatto su panchina

Il temperamento energico e vivace di questo amico a quattro zampe non solo ha bisogno di una casa a misura, con tutti gli stimoli psicofisici per combattere la noia e la sedentarietà forzata, ma necessita anche di una determinata dieta.

Ogni giorno, infatti, i pet devono assumere proteine, minerali, vitamine e fibre secondo un preciso fabbisogno. Inoltre siamo di fronte a un felino particolarmente goloso che non riesce a gestirsi in autonomia. Dosi e tipologie di cibi devono essere un nostro preciso compito.

Malattie legate alla dieta

Gatto Burmese serio

Fra le malattie del Gatto Burmese non è un caso che ci sia l’obesità. Una patologia che va evitata a tutti i costi. Come già accennato, infatti, è una condizione che può mettere a dura prova molti organi vitali. Insomma, non è certo una situazione da sottovalutare. Fondamentale è che, indipendentemente dal fatto che si opti per un’alimentazione naturale del gatto o meno, Miao segua una dieta sana, bilanciata e ipocalorica.

Inoltre è importante che faccia una corretta attività fisica. Non serve solo a incanalare correttamente le energie e a salvaguardare un buono stato di salute mentale, ma serve anche a tenere sotto controllo il peso.

L’alimentazione del Gatto Burmese

Gatto Burmese atletico

Alla luce di quanto appena emerso, ma vale per la dieta di qualsiasi amico a quattro zampe, è importante stare attenti ai tipi di cibi e alle dosi concesse a colui che consideriamo parte integrante della famiglia e che vogliamo stia al massimo delle proprie possibilità.

Di norma, salvo altre indicazioni che comunque devono arrivare dal veterinario di fiducia (che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza), un esemplare adulto deve assumere dai 40 ai 50 grammi di cibo per ogni chilo del proprio peso corporeo.

Si tratta di indicazioni generali che poi devono essere ‘aggiustate’ in base alle condizioni di salute e al tipo di vita condotta dall’amico a quattro zampe in questione. L’ideale è che mangi due volte al giorno, più o meno sempre alla stessa ora. Di solito lo specialista consiglia la mattina e la sera.

Un’opzione poi è quella di lasciare una determinata dose di crocchette sempre a disposizione durante la giornata. L’importante è non sforare mai rispetto alle dosi complessive quotidiane. Così facendo si fa in modo che il nostro adorato Miao non spezzi le ore di sonno e non si svegli nel cuore della notte a causa della fame. Per facilitare il compito del proprietario in commercio esistono dei dispenser che si possono programmare in maniera tale che non ci si possa mai sbagliare.

Anche eventuali spuntini golosi, che possono essere un valido supporto durante la fase di socializzazione e di addestramento come rinforzo positivo, vanno considerati all’interno del fabbisogno quotidiani. E le tipologie di snack vanno stabilite con il veterinario in base alla presenza di eventuali patologie.

I cibi che può mangiare il gatto

Un errore comune, soprattutto se si è alla prima esperienza con un amico a quattro zampe, è di pensare che ciò che fa bene a noi umani vada bene anche per Micio. Nulla di più sbagliato, considerando che gli apparati digerenti sono molto diversi e che determinate sostanze i felini non riescono a sintetizzarli bene.

Una delle prime cose da imparare, infatti, sono i alimenti tossici per il gatto che vanno assolutamente evitati. Poi, prima di inserire un alimento nuovo, è bene sempre chiedere il nulla osta dello specialista. Perché ogni esemplare ha una storia a sé e non è detto che le linee generali sulla dieta siano sempre valide.

Il Gatto Burmese, e qualsiasi altro felino, deve seguire un’alimentazione prevalentemente a base di proteine di origine animale. Non va mai dimenticato infatti che siamo di fronte a un animale carnivoro. Vanno invece gestiti responsabilmente i cibi con fibre e carboidrati: non bisogna mai esagerare.

Le carni ideali per il gatto sono quelle magre e fresche. Il pollo, il manzo e il tacchino possono essere somministrati secondo un’alimentazione naturale del gatto o attraverso le pappe già pronte e correttamente bilanciate esistenti in commercio. L’importante è saper scegliere con cognizione di causa fra le tante possibilità che il mercato mette a disposizione dei quadrupedi e dei loro padroni bipedi.

Con una dieta casalinga opportunamente studiata, Micio può assumere anche le frattaglie, il cuore e i polmoni. Sono alimenti con un’elevata componente nutritiva e ricchi di vitamina B12. Tuttavia, non dobbiamo mai ricorrere al fai da te o al sentito dire: il parere del veterinario non è opzionale.

Carenze nutrizionali, infatti, possono provocare deficit che possono avere delle conseguenze importanti ad ampio raggio. Il nostro obiettivo, invece, è garantire il più a lungo possibile una qualità della vita ottimale in modo tale da potergli stare accanto per molti anni.

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