Quale latte dare ai gattini: qual è il migliore

Quale latte dare ai gattini? Se stiamo svezzando dei cuccioli dobbiamo stare molto attenti: ne va della loro salute. Tutti i consigli utili

Se la nostra amica a quattro zampe è incinta o abbiamo il desiderio di adottare un cucciolo appena nato, magari salvato dal motore di un’auto, dobbiamo conoscere le fasi dell’alimentazione che caratterizzano un esemplare così piccolo. Si tratta, infatti, di un momento molto delicato, che non va preso alla leggera.

Significa, in sostanza, che dobbiamo guidare il piccolo nel passaggio dal latte della sua mamma a quello artificiale, per poi abbandonarlo e cominciare a mangiare cibo solido, per questo è importante non solo sapere come agire ma anche quando è il momento giusto per iniziare questo processo e con quali alimenti.

Vediamo allora, passo dopo passo, quale latte dare ai gattini e come dovrebbe avvenire lo svezzamento dei cuccioli. Cosa occorre sapere per rendere questa fase sicura e indolore, sia per i piccoli che per la loro mamma. L’importante è tenere a mente che cuccioli e adulti hanno esigenze diverse.

Indice

Cosa dare da bere ai gatti

Fino a quanti mesi i gatti bevono il latte

Che latte dare ai gattini

Quanto dura lo svezzamento

Cosa dare da bere ai gatti

gattino beve latte dal biberon

È ormai ben noto che ai gatti adulti non faccia molto bene il latte, soprattutto quello vaccino, poiché nel corso dello svezzamento perdono un enzima essenziale per assimilarlo in modo corretto. Ben diverso è invece il caso del latte da dare ai gattini, per i quali è indispensabile.

Nella migliore delle ipotesi un gattino può godere delle attenzioni insostituibili della madre e nutrirsi del suo latte sin dai primi giorni di vita: in quella fase il latte materno è chiamato colostro e possiede delle proprietà nutritive particolari e fondamentali sia per la crescita del gattino che per lo sviluppo del suo sistema immunitario.

Il colostro diventerà latte vero e proprio dopo 4-5 giorni dalla nascita, e l’allattamento proseguirà per qualche settimana, finché la produzione di latte materno non si esaurirà progressivamente (difficile che duri più di 60 giorni). Se però la madre non è in grado di allattarlo in modo adeguato e non è possibile ricorrere a un’altra gatta che funga da “balia” al nostro gattino, è il caso di intervenire in modo diverso per assicurare la sua nutrizione e la sua crescita.

Fino a quanti mesi i gatti bevono il latte

gattino che ha perso la mamma

Subito dopo il parto, la mamma si prende cura dei suoi cuccioli che all’inizio dipendono completamente da lei. È la mamma che gli insegna a socializzare, a giocare, a curare la propria igiene ma soprattutto a mangiare. Le prime settimane di vita per un cucciolo sono di totale dipendenza. Con lo svezzamento dalla sua mamma si fa in modo che questo legame, pian piano, si sciolga e che faccia il cucciolo faccia sempre meno affidamento su di lei.

Quando tutto va come deve andare, cioè la mamma si prende cura dei piccoli rispettando i naturali tempi, lo svezzamento avviene dopo le prime tre settimane di vita. Questo significa che inizia molto prima di quando mamma e cuccioli si separano (teoricamente dopo due o tre mesi dal giorno del parto). 

Questo processo, che avviene in modo graduale, dipende principalmente dall’evolversi della funzionalità gastrointestinale dei cuccioli. Per questo deve avvenire con modalità e tempi corretti, al fine di scongiurare il formarsi di intolleranze alimentari nel cane.

Quando iniziare lo svezzamento

Nel momento in cui i piccoli cominciano a sviluppare i denti da latte, la mamma comincerà a provare sempre più fastidio durante l’allattamento. Una cosa del tutto naturale visto che il cucciolo, cucciando la mammella, inizia a mordicchiarla! Sarà quindi lei stessa a decidere quando iniziare l’allontanamento progressivo, spingendoli gradualmente verso altri tipi di cibo.

Cerca si stimolarli ad andare incontro a nuovi sapori e consistenze, cosa che non è così scontata per un cucciolo che ha sempre bevuto il latte della sua mamma. Questo è lo svezzamento nel senso classico del termine, quello che cioè viene guidato dalla mamma e durante il quale, nel giro di qualche settimana, i piccoli cominciano sempre più a cercare la ciotola della pappa anziché le mammelle materne.

Che latte dare ai gattini

gattino in braccio

Quando la mamma avvia il processo di svezzamento bisogna inserire gradualmente nell’alimentazione dei piccoli cibi specifici per agevolare questo momento di transizione. Si tratta di cibo adatto ai cuccioli ridotto a pappetta e inumidito con dell’acqua. Mai e poi mai usare il latte vaccino. Via via che cresceranno il cibo dovrà essere diluito sempre meno, finché non potranno mangiare cibi solidi.

In questa fase della loro vita, dando da mangiare a tutti contemporaneamente dalla stessa ciotola, si stimolerà la competizione da cibo (rendendo tutto il processo più facile e veloce). È fondamentale sorvegliare i cuccioli, essere sicuri che mangino tutti abbastanza e che nessuno resti indietro, così da permettere loro di crescere sani e forti. Non bisogna trascurare l’aspetto dell’idratazione: dovranno sempre avere a disposizione acqua pulita e fresca.

Le alternative

Diverso è quando Miao non ha la possibilità di seguire il normale svezzamento e deve essere nutrito dall’uomo. In questo caso, sapere quale latte dare ai gattini è indispensabile per non metterli in pericolo e per aiutarli a superare questo momento di difficoltà.

Anche in questo caso si sconsiglia l’uso di latte vaccino come alternativa, poiché esso non possiede abbastanza proteine e grassi da fornire al micino il fabbisogno nutritivo necessario per svilupparsi in modo sano. Si può dare il latte senza lattosio o quello di capra: sono dei sostituti più validi perché presentano una composizione molto più simile a quello materni.

Sono poi disponibili in farmacia vari tipi di latte in polvere specifici per gattini; con la consulenza di un veterinario sarà facile individuare quello che fa più al caso vostro. Per i gattini più piccoli che non hanno avuto la possibilità di assumere il colostro esiste anche quello in polvere.

Latte ai gattini, come assisterli al meglio

Nei primi 14 giorni di vita i pasti devono essere più frequenti (uno ogni 3 ore) perché i micini non possono ricevere troppo latte alla volta; stabilite la quantità di latte da somministrare in base al peso del gattino, considerando che ogni 24 ore deve assumerne una quantità (in ml) corrispondente al 20% del suo peso (in grammi).

Assicuratevi che il micino stia bene al caldo, soprattutto nelle prime 3 settimane di vita, in cui non è ancora in grado di regolare la temperatura autonomamente. A tal proposito, può tornare utile sapere perché i gatti randagi dormono sulle macchine.

Per somministrare il latte utilizzate un biberon, un contagocce o una siringa, a seconda delle capacità di adattamento del gattino, e non fatene uscire troppo alla volta. Può essere importante, quindi, sapere come si allatta davvero bene un gattino. Evitate assolutamente che il gattino sia in posizione supina quando viene nutrito.

Il latte in polvere può essere preparato fino a 2 giorni prima, conservato in frigo e riscaldato all’occorrenza, ma è preferibile quello appena fatto; controllate la temperatura prima di somministrarlo, assicurandovi che non sia troppo caldo.

Quanto dura lo svezzamento

gattini fratelli che mangiano cibo solido

Di norma è la madre ad agevolare lo svezzamento del cucciolo nel periodo che va dalle 3-4 settimane di vita del piccolo (periodo che può variare a seconda delle circostanze e delle specifiche razze), fino alle 7-8 settimane. Molto importante è non accelerare i tempi e non avere fretta. Una repentina interruzione dello svezzamento aumenta il rischio per la madre di incorrere in una mastite (un’infezione delle mammelle).

Oltretutto è necessario che il processo di socializzazione primaria del cucciolo avvenga nei tempi e nei modi corretti, e che la sua mamma gli stia vicino. Questo è un momento importantissimo in cui il piccolo impara a relazionarsi con gli altri animali, con le persone e con gli oggetti e l’ambiente in cui vive. È fondamentale che nessuno si intrometta, a meno che non sia strettamente necessario.

Nella fase iniziale il processo di svezzamento non è sempre semplice e potrebbero aver bisogno di un piccolo incoraggiamento per mangiare la pappa da un luogo che non siano le mammelle della propria mamma. Possiamo aiutarli in tal senso lasciando che lecchino la pappa dalle nostre dita, ad esempio. Il processo di svezzamento sarà completo quando potremo nutrire i cuccioli regolarmente con cibo secco o in scatola, quando cioè saranno più indipendenti e non cercheranno sempre la loro mamma.

Prima fase

Lo svezzamento inizia, solitamente, intorno alla sesta o settima settimana di vita e dura fino al terzo mese. In questa prima fase è importante informarsi col veterinario circa le dosi e il tipo di latte e poi pappa da dare ai gattini. Non è raro vedere che i cuccioli siano incuriositi dai nuovi alimenti, ma non inizieranno a mangiarli da subito e in un primo momento attingeranno comunque dalle mammelle della mamma.

In linea generale, un cucciolo fino a tre mesi di vita dovrebbe mangiare quattro volte al giorno, porzioni che via via diminuiranno nelle varie fasi dello svezzamento. Molti veterinari consigliano di dargli da mangiare cibo fresco, con pasti che abbiano un’unica proteina animale abbinata a fibre (quindi verdure, patate). Possiamo tranquillamente fare affidamento su prodotti industriali di alta qualità che siano formulati per i cuccioli così piccoli.

Seconda fase

Nella seconda fase iniziano i primi cambiamenti. I piccoli non devono più mangiare quattro pasti al giorno e intorno ai sei mesi di vita dovrebbero scendere a tre razioni. Anche la quantità di pappa deve diminuire leggermente. Per quanto riguarda i nutrienti, invece, la regola resta invariata: proteine e fibre nelle dosi raccomandate dal veterinario.

Terza fase

A questo punto i cuccioli avranno già sei mesi di età e dovremo proseguire con questo tipo di alimentazione fino al compimento del primo anno di vita. La quantità di ogni razione di pappa diminuisce quasi della metà rispetto a prima, ma possiamo introdurre (con cautela) i carboidrati. Ricordiamo che questo elemento è difficile da digerire per i quattro zampe e non dovremmo mai esagerare con le quantità.

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