Tolfedine per gatti: che cos’è questo farmaco, a cosa serve e cosa cura

Tolfedine per gatti è un farmaco contro gli stati febbrili. Ecco com'è fatto e come possiamo darlo al Micio che sta male

Tolfedine per gatti è un farmaco a base del principio attivo acido tolfenamico che si usa per curare gli stati febbrili dei nostri amati felini. Appartiene alla categoria dei farmaci antinfiammatori e antireumatici non steroidei e si può acquistare in compresse o sotto forma di soluzione iniettabile.

Micio ha la febbre: come me ne accorgo

misurare la febbre al gatto

Ebbene sì anche Micio può avere la febbre e, come per noi umani, significa che la sua temperatura corporea si alza a un livello superiore rispetto alla norma. In genere questo valore non supera mai i 39°C, se però accade le strade sono due: o va in ipertermia (surriscaldamento) o ha la febbre (piressia). Nel primo caso significa che si surriscalda e non riesce a disperdere il calore in eccesso accumulato. Nel secondo caso, invece, l’aumento della temperatura corporea è determinato dal cervello, quindi è una reazione dell’organismo a una malattia, generalmente a un’infezione.

Ma la febbre nei gatti può avere cause molto diverse tra loro. Oltre alle infezioni batteriche e virali possiamo citare le micosi, le infestazioni parassitarie o anche casi di pancreatite, ascessi, malattie autoimmuni, tumori o reazioni ad alcuni farmaci. Quando Micio ha la febbre alta appare più stanco e letargico del solito, è debole e respira in modo affannoso e talvolta presenta anche tremori e inappetenza. Se la febbre dura un giorno non c’è da preoccuparsi e passa da sola, ma se dovesse persistere è necessario correre dal veterinario per fare ulteriori esami.

La febbre provoca uno stato di malessere ma non è qualcosa di totalmente negativo. La sua presenza ci dice che il corpo di Micio sta combattendo gli agenti infettivi, potenziando il suo sistema immunitario. Ma proprio come quella umanai, anche la febbre del gatto va tenuta sotto controllo e per farlo occorrono dei farmaci specifici, come Tolfedine per gatti. Ma vediamo nel dettaglio.

Tolfedine soluzione iniettabile per gatti

gatto con le pupille dilatate

Come anticipato, Tolfedine per gatti è un farmaco che si può acquistare in due diversi formati. Il primo che esaminiamo è la soluzione iniettabile, da somministrare al micio per via sottocutanea. Si acquista in flaconi da 10ml solo ed esclusivamente con la ricetta del medico veterinario.

La dose consigliata è di 4 mg di acido tolfenamico per ogni kg di peso corporeo, pari a 1 ml di farmaco per 10 kg di peso vivo, da ripetere eventualmente 48 ore dopo la prima somministrazione in dose ridotta pari a 1 ml ogni 10 kg di peso corporeo. In alternativa il veterinario può scegliere di fare al gatto un’iniezione di 1 ml per 10 kg di peso corporeo seguita dal trattamento per via orale.

Tolfedine per gatti in compresse da 6 mg

Oltre alla soluzione iniettabile il Tolfedine per gatti si può acquistare in blister da 20 compresse, ognuna con 6mg di principio attivo. La dose consigliata è di 4 mg di acido tolfenamico per ogni kg di peso corporeo in un’unica somministrazione giornaliera, pari a 1 compressa per 1,5 kg di peso vivo. Le compresse vanno date al gatto con la pappa e il trattamento deve durare 3 giorni. La somministrazione per via orale, come abbiamo visto in precedenza, può essere impiegata come prosecuzione del trattamento con la soluzione iniettabile.

Avvertenze speciali per l’utilizzo del farmaco

gatto disteso su un fianco

Andiamo ora alle avvertenze speciali da tenere in considerazione per l’utilizzo di Tolfedine per gatti. Innanzi tutto il farmaco si deve usare in gatti che abbiano almeno 6 settimane di vita. Soltanto in casi eccezionali e appurati dal veterinario si può scegliere di somministrarlo a gatti più piccoli, ma con dosi diminuite. La febbre generalmente è associata a infezioni di tipo batterico perciò oltre al Tolfedine è necessario che il veterinario prescriva al micio anche una terapia antibiotica.

Tolfedine non è indicato per gatti con con disidratazione ipovolemica o in stati di ipotensione, perché aumenta il rischio che possano sviluppare disturbi ai reni. Non si deve somministrare mai a gatti a cui sia stata fatta un’anestesia generale. Il trattamento a base del principio attivo acido tolfenamico è altamente sconsigliato per i gatti che soffrono di insufficienza renale cronica, mentre va bene per quelli con insufficienza renale cronica con le normali dosi consigliate.

Come per tutti i farmaci, anche per maneggiare il Tolfedine si devono seguire delle precauzioni speciali. Le persone con nota ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nel farmaco devono evitare qualsiasi contatto diretto. Perciò è meglio utilizzare dei guanti. Se si usa il farmaco in soluzione iniettabile dobbiamo fare moltissima attenzione a non pungerci con l’ago della siringa e a non rischiare di autoiniettarlo. In caso di contatto con gli occhi o con la pelle, inoltre, dobbiamo lavare immediatamente con abbondante acqua e se si presentano effetti indesiderati dobbiamo rivolgerci al nostro medico di fiducia.

Controindicazioni e possibili effetti indesiderati

coccolare un micio che sta male

La somministrazione di acido tolfenamico non va bene per tutti i nostri piccoli felini. Non si deve mai somministrare ai gatti con insufficienza cardiaca, renale o epatica e neanche in esemplari con disidratazione, ipovolemia o ipotensione perché il principio attivo aumenta il rischio di tossicità renale. L’acido tolfenamico è controindicato anche in presenza di ulcere o perdite di sangue a livello dell’apparato digerente, quando i gatti soffrono di discrasie ematiche o di ipersensibilità al principio attivo. Il farmaco si deve somministrare solo ed esclusivamente per via sottocutanea e non per via intramuscolare.

Alcuni gatti possono manifestare degli effetti collaterali durante il trattamento come diarrea e vomito, ma i casi sono piuttosto rari. Talvolta il micio che segue la terapia a base di Tolfedine potrebbe manifestare un aumento transitorio della sete e di conseguenza fare più pipì del normale. Nella maggior parte dei casi tutti questi sintomi sono transitori e non troppo preoccupanti, e vanno via spontaneamente dopo la sospensione del trattamento.

Gli studi effettuati sugli animali da laboratorio non hanno evidenziato effetti sulla riproduzione, ma è sconsigliato l’uso del farmaco nelle gatte in gravidanza. Qualora dovessero comparire degli effetti collaterali come anoressia, vomito, diarrea o presenza di sangue nelle feci dobbiamo consultare immediatamente il veterinario.

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