Perché il gattino sta lontano dagli altri gattini?

Gattino sta lontano dagli altri gattini: che fare? Come intervenire correttamente per aiutarlo dal punto di vista fisico ma anche emotivo.

L’interazione tra mamma gatta e cuccioli svolge un ruolo fondamentale per la loro crescita come la convivenza tra gli stessi gattini.

Per questo potrebbe insospettire il comportamento anomalo di un gattino che sta lontano dagli altri, che si isola dal resto del gruppo. Scopriamo perché.

Gattini in cucciolata, come si comportano?

gattino da solo

Dalla nascita ai primi mesi di vita i cuccioli di gatto dipendono quasi totalmente dalla madre che prima li guida solo con il suono della sua voce.

Per poi spingerli verso una personale indipendenza che potranno raggiungere una volta approdati all’età della maturità mentale e anche fisica.

Ma durante il primo periodo esistenziale i cuccioli vivono in simbiosi con la madre che li calma, li accudisce ma principalmente li nutre e li pulisce.

È un’interazione molto importante per la crescita emotiva dei gattini che, durante i primi periodi di vita, si muovono grazie all’olfatto.

Il senso più importante che sopperisce alla momentanea cecità, così da raggiungere il ventre materno per bere il latte ma anche per ricevere calore e amore.

I piccoli interagiranno sia con la madre che tra di loro, imparando le regole della convivenza e gerarchia sociale dove spesso il più forte e agile ha la meglio sui più fragili.

Per questo motivo un gattino che si posiziona lontano dal gruppo dovrebbe spingere il proprietario ad avvicinarlo al seno materno o a intervenire.

Un soccorso utile per la salvezza del cucciolo ma che andrà attuato solo su indicazione del medico di fiducia.

Gattino lontano dagli altri gattini, cosa rischia?

gattini insieme nella cuccia

Un gattino che si posiziona lontano dai fratelli e dalla stessa madre potrebbe nascondere una serie di problematiche fisiche ed emotive.

Troppo fragile e timido per competere con il resto della banda solo per accaparrarsi il suo posto per poter succhiare il latte materno.

Questo può avere ripercussioni fisiche perché il cucciolo potrebbe risultare denutrito e debole, non riuscendo a nutrirsi in modo corretto.

Una fragilità fisica che potrebbe rendere complessa anche l’interazione che i fratellini che potrebbero risultare più forti e decisi rispetto al cucciolo.

Prevaricando sullo stesso fratellino, tanto da tenerlo a distanza dalla stessa madre relegandolo in un angolo della cuccia.

Un isolamento dannoso per la sicurezza del gattino, per la sua capacità di reagire tanto da soccombere sviluppando difficoltà fisiche e anche emotive.

Ma anche una serie di fragilità comportamentali tanto da risultare troppo delicato e insicuro, timido o al contrario troppo aggressivo.

Per quanto triste questo è un comportamento normale all’interno del regno animale, per questo motivo il proprietario dovrebbe intervenire occupandosi direttamente del cucciolo.

Il rapporto con mamma gatto

gattino e mamma gatta

Mamma gatta è il centro della vita dei suoi piccoli in particolare durante i primissimi mesi di vita, quando la dipendenza è totale.

È lei che si occupa di nutrire e allattare i cuccioli, di lavarli, di stimolare le funzioni fisiologiche, di coccolarli e accudirli.

Non solo perché grazie al suo caldo abbraccio i piccoli si stringono gli uni agli altri non patendo così il freddo, vista la presenza di un pelo ancora troppo sottile.

Da mamma gatta i piccoli apprendono le prima regole della convivenza ma anche i rudimenti della gerarchia sociale, fino alle tecniche della caccia.

Sarà lei a educarli al cibo semisolido favorendo un lento ma graduale svezzamento, anche con il supporto del proprietario stesso.

La convivenza con tutto il branco agevolerà una corretta socializzazione tra simili grazie al gioco, migliorando anche le stesse capacità motorie.

Per un adeguato sviluppo neurologico, emotivo e fisico, i piccoli cresceranno forti, sereni e impareranno anche a interagire con lo stesso proprietario.

Durante i primi mesi è proprio la madre a svolgere un ruolo centrale nella vita dei piccoli, guidandoli e curandoli con attenzione totale.

Che succede se il gattino è lontano da mamma gatto?

gattino gioca con mamma

Una separazione improvvisa da mamma gatta può incidere negativamente sullo sviluppo dello stesso, in particolare se l’allontanamento non avviene in modo graduale.

Il tutto potrebbe accadere a causa dell’improvvisa morte della gatta, oppure per un’adozione prematura dello stesso cucciolo.

Ma anche per un’eccessiva fragilità dello stesso che finisce per isolarsi ed essere allontanato dai fratelli e dalla stessa mamma gatta.

Una condizione non certo positiva, specialmente se avviene prima che il piccolo abbia attraversato la fase naturale dello svezzamento alimentare.

Aumentando così la sua insicurezza fisica impattando sulla sua crescita, il gattino potrebbe mostrare difficoltà ad alimentarsi autonomamente.

Inoltre una separazione durante i primi giorni potrebbe impedirgli di assumere il colostro, ovvero il primo latte prodotto da mamma gatta utile per irrobustire le difese immunitarie.

Il cucciolo potrebbe anche non riuscire a nutrirsi in modo adeguato, non riuscendo a raggiungere il seno materno perché emarginato dai fratelli.

Un insieme di fattori negativi per la sua crescita ma anche per la stessa sopravvivenza, il gattino potrebbe non superare queste fragilità perché troppo debole.

Inoltre una mancata socializzazione potrebbe renderlo troppo timido, insicuro, timoroso, ma anche succube delle angherie dei fratelli o al contrario troppo aggressivo.

Cosa fare con un gattino lontano da tutti

gattino da solo

Se il piccolo rimane a distanza dal branco familiare è necessario intervenire chiedendo supporto al veterinario di fiducia.

Se possibile prelevandolo con cura per effettuare una visita d’urgenza così da valutare la condizione di salute dello stesso cucciolo.

Il medico, in un primo momento, potrà suggerire di avvicinare nuovamente il piccolo al seno materno così da riprendere l’allattamento.

Ma se il latte non fosse sufficiente per tutta la cucciolata potrà suggerire un intervento diretto da parte del proprietario.

Che, su sua indicazione, dovrà sostituirsi alla madre nutrendo il piccolo con biberon in misura e un latte specifico per gattini.

Stimolando anche le funzioni fisiologiche se troppo piccolo, passando un batuffolo di cotone umido sulle parti intime dopo la poppata per agevolare il rilascio di urina e feci.

Tenendo il piccolo al caldo inserendo nella cuccia alcune bottiglie di acqua calda ma non bollente, da sistemare sotto alla copertina dove il piccolo dorme.

Il proprietario potrà anche agevolare la fase dello svezzamento, in particolare se mamma gatta lo rifiuta oppure se non è più presente perché orfano.

Sostituendosi gradualmente alla figura materna fino a instaurare con il cucciolo un rapporto stretto, un legame forte e amorevole.

Articoli correlati