Gattino bagnato e infreddolito, tutti i modi per prendersene cura

Un gattino bagnato e infreddolito, se non viene soccorso in tempo, può rischiare anche la vita. Ecco alcuni modi differenti per aiutarlo

Il calore è essenziale, soprattutto nei primi mesi di vita di un cucciolo. Un gattino bagnato e infreddolito rischia l’ipotermia in tempi molto più celeri degli esemplari adulti. Non è infatti in grado di autoregolare la propria temperatura corporea.

gatto bagnato per strada

Se si trova una cucciolata rimasta organa, bisogna prendersi cura dei gattini piccoli il prima possibile. Il contatto con il corpo umano è l’ideale, insieme a una cuccia con coperte e riscaldamenti artificiali può fare la differenza tra la vita e la morte.

Uno sguardo attento è fondamentale

Una borsa dell’acqua calda, una bottiglia, qualsiasi dispositivo faccia calore saranno un valido aiuto per un gattino bagnato. Dobbiamo avere un grande spirito di osservazione: se i cuccioli sono ammassati uno sull’altro, vuol dire che hanno freddo; distanziati di molto, che hanno caldo; se sono invece uno vicino all’altro, significa che non stanno soffrendo.

Le prime quattro settimane sono decisive, anche dal punto di vista alimentare. Esattamente come i neonati, i gattini mangiano e dormono. Dobbiamo nutrirli con il latte artificiale ogni due o tre ore, la notte anche ogni quattro; stimolare la pipì e la pupù e farli sentire a casa: già in così poco tempo hanno sperimentato quanto la vita possa essere crudele.

Come determinare l’età

gattino randagio

Innanzitutto è necessario capire che età hanno i micetti rimasti senza la mamma: si tratta di un’informazione indispensabile per capire come prendersene cura nel modo più efficace.
Prima di compiere due settimane, in genere, hanno gli occhi chiusi e le orecchie ripiegate; successivamente, invece, li aprono e cominciano a muoversi, cercano di camminare.

Quelli che hanno raggiunto circa un mese di vita, avranno gli occhi sbarrati e curiosi, le orecchie erette pronte a percepire ogni rumore e camminano senza difficoltà. I cuccioli con più di quattro settimane corrono e non hanno bisogno del calore continuo di una cuccia.

Per prima cosa, asciughiamolo

Un gattino bagnato e infreddolito, prima di ogni altra cosa, va asciugato con l’ausilio di un asciugamano. Soltanto se ha almeno una settimana di vita, l’asciugacapelli può fare al caso nostro, ma senza che il getto sia diretto e costante (la faccia va protetta).

Se tocchiamo le orecchie e l’interno della bocca, oppure i cuscinetti, avremo informazioni utili sulla temperatura. L’ideale, però, sarebbe un termometro rettale per neonati.
I micetti appena nati, a una settimana, dovrebbero averla attorno ai 35/37,2 gradi; a due o tre settimane circa tra i 36,1 e i 37,7; dai 21 giorni in poi dai 37,2 ai 38,3 gradi.

Il contatto umano

gatto bagnato con asciugamano

Seguendo il principio fisico dell’equilibrio termico, possiamo trasferire un po’ di calore al nostro piccolo peloso attraverso il contatto con la nostra pelle nuda. Tenerlo tra le mani, poi, è un vero toccasana.

Riscaldare un telo e usarlo per avvolgerlo è un altro rimedio per tenere al caldo un amico a quattro zampe orfano e ancora completamente indifeso. Da evitare, invece, l’immersione in acqua calda o altri metodi di riscaldamento troppo rapidi. Il tutto deve avvenire piano piano, nulla deve essere repentino.

Niente cibo se sente freddo

Un gattino piccolo ancora infreddolito non deve essere nutrito, bisogna aspettare che si riscaldi. Sotto i 32,2 gradi, rischia la vita e non può digerire correttamente.

Inoltre, è meglio usare un biberon: la siringa senza ago, infatti, può mandare il cibo direttamente nei polmoni. Se non abbiamo alternative, procediamo con la somministrazione lateralmente rispetto alla bocca.

Il termoforo

gatto con testa bagnata

Creare una cuccia per dei mici orfani non è affatto difficile: è sufficiente una scatola di cartone rivestita con una coperta o alcuni asciugamani. Indispensabile è che sia lontano da fonti di correnti d’aria.

Il cartone infatti è un ottimo materiale isolante, ma non dimentichiamo di mantenere la biancheria pulita e asciutta (l’ideale è cambiarla ogni giorno). Se poi abbiamo un termoforo, posizionato al di sotto, è perfetto per regolare la temperatura. Attenzione, però, il cuscinetto riscaldante va tenuto sotto controllo e non a diretto contatto con il nostro piccolo peloso.

Posizionarlo sotto le coperte è un’ottima soluzione. L’obiettivo è creare una zona confortevole in una metà della cuccia e lasciare l’altra al fresco. Così Miao potrà scegliere cosa fa al caso suo: non dimentichiamo che i felini sono animali molto istintivi.

Monitoriamo la temperatura

Un termometro ad aria ci consente di controllare periodicamente la temperatura del rifugio del gattino che abbiamo deciso di adottare o tenere in stallo in attesa che possa trovare una famiglia che gli voglia bene.

La temperatura ambiente perfetta, in questo genere di situazioni, dovrebbe essere tra i 24 e i 27 gradi centigradi. Questa è una cura che dobbiamo avere per almeno quattro o cinque settimane.

Una bottiglia di acqua calda

gattino dentro una scatola

Se non abbiamo gli strumenti appena descritti, se ci troviamo in piena notte e in una situazione in cui il tempo è prezioso, una bottiglia di acqua calda può fare al caso nostro. La temperatura, però, deve essere di circa 38 gradi. Non esageriamo, se no rischiamo di danneggiare il cucciolo.

Anche in questo caso, è bene monitorare la temperatura e sostituire la bottiglia ogni due ore circa almeno. Un altro rimedio casalingo, invece è una calza piena di riso o fagioli crudi.

Una calza con riso o fagioli

Basta prendere un calzino da uomo (quelli lunghi sono perfetti) e riempirlo con uno dei due cibi, a seconda di quello che si ha in casa. Dopodiché chiudiamolo con un nodo all’estremità.

Basta, poi, tenerlo 60 secondi al microonde perché sia pronto a dare sollievo al nostro amico a quattro zampe un po’ impaurito e preoccupato per non avere più con sé la protezione di mamma gatta. Anche in questo caso, attenzione alla temperatura e sostituiamo la calza sempre ogni due ore.

La lampada di calore

gattino che dorme su letto

Molti veterinari la consigliano e la utilizzano in ambulatorio. La preferiscono al termoforo elettrico. È sufficiente appenderla sopra alla cuccia del nostro gattino bagnato e infreddolito e tenerla fuori dalla sua portata, mi raccomando.

Questa è una precauzione importante, soprattutto quando comincia a crescere, si muove e vuole cominciare a esplorare, a curiosare in giro. Rappresenterebbe il sole per Icaro.
Bisogna essere molto attenti soprattutto quando il giaciglio di Miao è una scatola di cartone che rischia di prendere fuoco. Il contatto diretto è assolutamente da evitare se non vogliamo avere a che fare con un pericolosissimo incendio.

Infine, oltre a tutte questi rimedi più o meno casalinghi e improvvisati, c’è una cosa da tenere bene a mente. I gattini, di qualsiasi età, hanno bisogno di sentire tutto il nostro amore: si tratta del ‘calore’ più efficace in assoluto.

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