Dopo quanto tempo la gatta va in calore dopo la gravidanza?

La salute passa anche da una maggiore consapevolezza di come vive la gestazione. La gatta quando va in calore dopo la gravidanza? Saperlo è importante

La nostra piccola palla di pelo va in calore in autunno e in primavera. Questo periodo dura in media una settimana, ma può andare da un minimo di tre a un massimo di 14 giorni.

Durante l’estro (nome con cui viene definito il calore felino) potrebbe mostrare atteggiamenti che denotano gelosia, aggressività o stress. Un possibile rimedio è quello di valutare insieme al proprio veterinario di fiducia la sterilizzazione.

Questo periodo si divide in cinque fasi diverse che vale la pena conoscere per capire dopo quanto tempo la gatta va in calore dopo la gravidanza e come funziona l’apparato riproduttivo della nostra amica a quattro zampe, prevedere o programmare delle gravidanze (nel rispetto della sua salute).

Le fasi del calore

gatta tricolore

Per sapere dopo quanto tempo la gatta va in calore dopo la gravidanza dobbiamo sapere come funziona il suo organismo. La prima fase del calore prevede il cosiddetto proestro. È il momento principe, in cui vedremo tutti i segnali tipici. La femminuccia in questione risulterà più affettuosa con il maschio ma non sarà ancora pronta all’accoppiamento vero e proprio.

L’estro è il calore vero e proprio. La vulva è gonfia e assistiamo a forti miagolii, rotolamento sul pavimento, sollevamento delle zampe posteriori e, eventualmente, inappetenza. Se la femmina non si accoppia potrebbe tornare in calore entro diversi giorni. L’interestro: è il periodo tra i cicli di estro se la femmina non si riproduce, e dura da due a tre settimane.

Subito dopo c’è il diestro, la fase dopo l’estro o l’accoppiamento. Ha una durata variabile dai 30 a 40 giorni. Se in dolce attesa, la gravidanza dura in media da 60 a 64 giorni. L’anestro, invece, è il periodo di inattività e dura due o tre mesi. Ecco allora scoperta la risposta alla nostra domanda.

Se, però, non vogliamo incorrere in gravidanze indesiderate, valutiamo insieme allo specialista se è il caso di sterilizzare il gatto, in questo caso la gatta. Meglio farlo appena ha raggiunto la maturità sessuale e prima che corra il pericolo di restare incinta.

Le gravidanze della gatta

gatta in calore

A incidere sul numero di gravidanze nella vita della nostra piccola palla di pelo possono essere tanti fattori, tra i quali la razza e le dimensioni. Esistono anche aspetti esterni come l’ambiente e lo stato di salute. Se non interveniamo in nessun modo, visto che ogni tre mesi può rimanere incinta, rischia fino a quattro gravidanze. Questi numeri non sono certo raccomandabili in un’ottica di salvaguardia della salute. Infatti, è importante che non venga trattata come una macchina.

È ovvio, però, che con i randagi il controllo delle nascite è certamente più difficile, per quanto gattili e canili abbiano dei programmi di sterilizzazione per combattere il fenomeno del randagismo e i rischi a esso correlati. Anche se non ci sono dei pericoli legati direttamente all’età, una gravidanza può essere pericolosa a seconda delle condizioni di salute che – con il passare degli anni – possono non essere più al meglio.

Mediamente, un felino può arrivare a compiere dai 13 ai 15 anni (e anche di più). Dai tre ai cinque cuccioli per volta, ogni tre mesi: si parla dell’ordine di grandezza delle centinaia. Ecco perché è importante non lasciare che la natura agisca incontrollata in un momento storico dove le risorse sono limitate.

Gatta con cuccioli in calore

gatto con zampa sulla faccia

Come già accennato, l’età incide non poco e il numero dei piccoli e inversamente proporzionale agli anni della loro mamma. Oltretutto è bene specificare che la prima cucciolata difficilmente è molto numerosa: in media ci si deve aspettare da uno a tre cuccioli.

La razza e le dimensioni hanno il loro peso. Gli esemplari più piccoli e determinate razze tendono ad avere un numero inferiore di gattini. Il gatto Persiano è uno di questi, mentre il Siamese mediamente dà alla luce cinque piccoli.

L’alimentazione e le condizioni di salute non sono aspetti di poco conto in gravidanza. Più è sana mamma gatta più probabilità ha di rimanere incinta, di avere una gestazione tranquilla e senza rischi, e di mettere al mondo un numero considerevole di gattini.

Rispetto a una gatta in calore dopo la gravidanza, bisogna tenere conto di alcune possibili ricadute negative. Sono tante le patologie che possono rendere complessa e non consigliabile una dolce attesa, una fra tutte è la peritonite. Se il veterinario di fiducia sospetta una patologia del genere, può consigliare di procedere con un’ecografia al gatto. Non affidiamoci al fai da te o al sentito dire, ma solo all’esperienza certificata dello specialista.

Qualora desiderassimo avere degli ‘eredi a quattro zampe’ sarebbe opportuno sapere come curare l’ansia del gatto. Lo stress e il nervosismo, infatti, possono avere un peso specifico sull’esito di una gravidanza. Inoltre, non è da sottovalutare il fattore ereditario e legato alla genetica.

Gatta in calore dopo dieci giorni dal parto

gatto dal veterinario

Una volta stabilito con certezza che la gatta è incinta e a che mese è, lo specialista ci darà una data prevista per il parto. Per sapere il numero esatto dei cuccioli, dovremo chiedere al veterinario che, un po’ come accade a noi donne, procede con un’ecografia e ci dice quanti piccoli Miao dovremo coccolare una volta nati. Questa informazione si può cominciare ad avere già dopo 16 giorni dall’accoppiamento, presunto o accertato che sia. Oltre all’esame diagnostico, la palpazione – se fatta con cognizione di causa – può aiutare a determinarlo.

Il numero di gravidanze e quello dei gattini che mette al mondo può dipendere da come sono andate le eventuali gestazioni precedenti. L’ecografia è certamente il test più preciso, ma anche attraverso la palpazione si può determinare quanti cuccioli stanno crescendo nel grembo di mamma gatta e come stanno procedendo le cose.

Non si tratta soltanto di soddisfare la propria curiosità: è un’informazione importante. Se solo uno rimane in grembo morirà e metterà in pericolo la vita della sua mamma e il fatto che possa far nascere altri piccoli scriccioli in futuro. Le dimensioni per esempio possono rappresentare un rischio per tutti gli attori in gioco durante il parto ed essere preparati, magari con un cesareo programmato, può fare la differenza tra la vita e la morte di grandi e piccini.

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