Gatto selvatico, come addomesticarlo e farlo diventare un Micio di casa

Addomesticare un gatto selvatico non è un'impresa semplice, occorrono pazienza, costanza e il giusto metodo. Ecco come fare

I piccoli felini sono mondi tutti da esplorare, sempre diversi anche per via delle esperienze che hanno vissuto. Per questo, ad esempio, addomesticare un gatto selvatico potrebbe rivelarsi un’impresa non troppo semplice.

I gatti selvatici non sono come i comuni gatti domestici, non sono abituati alla presenza degli esseri umani e anche solo avvicinarli quando li incrociamo per strada è davvero difficile.

Non si fidano delle persone ed è del tutto normale, visto che hanno sempre vissuto una vita randagi, perciò dobbiamo prepararci all’eventualità e sapere come approcciarli nel modo giusto.

Nella gran parte dei casi le reazioni spropositate del gatto selvatico sono dovute semplicemente alla paura, per questo soffia, ringhia e si mette sulla difensiva quando tentiamo di avvicinarlo.

Quel che occorre è tanta pazienza, modi gentili e il metodo giusto prima per catturarlo e poi per accoglierlo in casa e addestrare, infine, il nostro gatto selvatico. Dobbiamo trasformarlo in uno splendido gatto domestico!

Perché è difficile addestrare un gatto selvatico

gatti randagi

Avere a che fare coi gatti è sempre meraviglioso, specialmente per chi li ama alla follia e se solo potesse accoglierebbe in casa propria tutti quelli che incontra.

Ma non sempre è tutto rose e fiori, specialmente quando ci ritroviamo nella situazione di dover avvicinare e poi educare e addomesticare un gatto selvatico.

Il gatto selvatico è di per sé un animale diffidente che non ama il contatto con le persone e che fa di tutto per tenerle lontane.

Parliamo naturalmente di quegli esemplari che non hanno mai avuto la possibilità di interagire con l’essere umano. Ci sono anche i casi di gatti randagi che si lasciano avvicinare tranquillamente, specialmente quelli abituati a ricevere cibo dalle persone!

Quindi prima di tutto non generalizziamo e soffermiamoci di volta in volta a osservare e valutare il caso specifico.

Anche i gatti domestici, abituati a stare in casa e tra le persone, possono rivelarsi dei veri ossi duri perché hanno un carattere un po’ troppo dirompente, oppure perché sono molto prepotenti o semplicemente diffidenti.

Saper educare e addomesticare un gatto, domestico o selvatico che sia, dipende da tanti fattori e non semplicemente da schemi generici da mettere in atto in qualsiasi situazione.

Prima di tutto guardiamo il contesto, cerchiamo di capire quali sono le reazioni del micio e soltanto dopo cerchiamo di trovare il giusto approccio per avvicinarli.

Addomesticare un gatto selvatico significa soprattutto convincerlo a fidarsi delle persone e ad avvicinarsi a loro senza problemi.

Come approcciarsi a un gatto selvatico

gattini randagi

Con i gatti domestici è molto più semplice avvicinarsi e avere qualche contatto, anche perché sono loro stessi spesso a cercare coccole e carezze.

Ma per addomesticare un gatto selvatico dobbiamo faticare un po’ di più, cercando di accorciare le distanze tra noi e fare in modo che si fidi della nostra presenza.

Armiamoci, dunque, di tanta pazienza e cerchiamo prima di tutto di farci conoscere! All’inizio basta soltanto che ci veda camminargli attorno, non troppo vicini altrimenti potrebbe spaventarsi.

Non è necessario fare qualcosa di particolare per i primi giorni, limitiamoci a fare movimenti lenti e delicati e parliamogli con tono tranquillo e pacato. Dobbiamo essere rassicuranti, insomma, e fare in modo che impari a riconoscere la nostra voce senza vederci come una minaccia.

A questo punto la reazione del micio dipende esclusivamente dal singolo caso. Ci sono gatti che anche se randagi non ci mettono troppo tempo a fidarsi degli estranei.

Ma in altri casi la situazione può essere un po’ più complicata e ci potremmo trovare davanti a un micio che non ne vuole proprio sapere di noi!

In questo caso addomesticare il gatto selvatico richiede più tempo, addirittura mesi, anche solo per arrivare al punto di fargli una piccolissima carezza.

La tattica da adottare è sempre la stessa, servirci di pappa, tanta pazienza e soprattutto costanza, senza costringerlo in alcun modo ad accettarci come un’imposizione.

Cosa fare se il gatto ha paura e non vuole farsi avvicinare

gatto bianco con le macchie marroni

A volte addomesticare un gatto selvatico risulta complicato perché il problema non è la territorialità o la mancanza di fiducia nei confronti degli esseri umani, ma semplicemente la paura!

Quando i gatti sono impauriti è ancora più difficile far breccia nel loro cuore e la chiave di tutto è riuscire a capire il motivo di questo sentimento.

Ad esempio se il micio si è perso e si trova in un luogo che non conosce potrebbe sentirsi disorientato e per questo molto impaurito.

In questo caso non dobbiamo avvicinarlo troppo in fretta, rischiamo soltanto di farlo scappare via da noi e anche metterlo in pericolo. Piuttosto usiamo l’escamotage della pappa!

Il cibo è sempre un ottimo modo per avvicinarsi agli animali randagi, in generale. Infatti è il metodo migliore anche per abituarli alla nuova casa.

Se soffia naturalmente non dobbiamo assolutamente avvicinarlo né tanto meno provare a toccarlo. Mettiamogli in un angolo pappa, acqua e anche un bel giaciglio caldo (va bene un trasportino aperto).

Pian piano capirà che non siamo un pericolo e si sentirà rassicurato, finché non accoglierà la nostra presenza in modo tranquillo e anche un po’ più socievole.

Immaginate quanto sarà bello il momento in cui per la prima volta il gattino si avvicinerà da solo e vi annuserà. Sarà una splendida conquista!

Per addomesticare un gatto selvatico ci vuole…la pappa!

croccantini per gatti

Il modo migliore per addomesticare un gatto selvatico è convincerlo che non siamo un pericolo e qual è la soluzione più efficace se non portare con noi della pappa?

Non possiamo negarlo, il cibo convincerebbe anche gli animi più difficili e anche un micio che non si fida degli esseri umani alla fine finirà per cedere alle nostre “ghiotte” lusinghe.

Per addomesticare un gatto selvatico, dunque, non dimentichiamo mai di attrezzarci con snack, biscottini o pappe squisite. Da una parte stimoleremo il suo olfatto, cosa molto importante per ogni gatto, e dall’altra riusciremo a conquistare la sua attenzione e (dopo un po’) anche la sua fiducia.

Posizioniamo una bella ciotola piena di pappa (naturalmente di ottima qualità) a metà strada tra la nostra posizione e quella del gatto. Lasciamogli accanto anche una ciotola di acqua fresca.

State certi che quando ci allontaneremo di qualche passo il micio non impiegherà molto prima di avvicinarsi per assaggiare quella prelibatezza!

Dal canto nostro limitiamoci a osservarlo da lontano, senza fare movimenti bruschi e parlandogli con un tono di voce chiaro e distinto ma sempre molto tranquillo e rassicurante.

L’unica cosa che dobbiamo sempre tenere a mente è che per arrivare a questo punto ci vuole tempo, quanto dipende dalla nostra abilità e dalla nostra pazienza, ma soprattutto dalla costanza con cui ripetiamo questi semplici passaggi.

Conclusioni

gatto bianco e arancione

A questo punto saremo riusciti a conquistare la fiducia del gatto selvatico, quindi è un po’ meno diffidente rispetto a prima ma attenzione: non è ancora tempo di accarezzarlo!

Ricordiamo che tendere le mani verso di lui non è mai una buona idea, neanche se lo abbiamo convinto ad avvicinarsi con la pappa.

Per prima cosa proviamo a mettere la mano sul pavimento lasciando che sia lui a venirle incontro per annusarla e toccarla e ripetiamo questo gesto per diversi giorni fino a quando avvicinarsi per il micio sarà una cosa assolutamente naturale.

Ecco che allora possiamo provare ad accarezzarlo ma sempre con gesti piccoli e lenti: mettiamo una mano sul pavimento, lasciamo che si avvicini e lentamente solleviamola e diamogli una carezza.

Se i primi tentativi vanno a vuoto non preoccupatevi, è assolutamente naturale che il micio si allontani all’inizio. Ma state certi che a poco a poco si lascerà toccare senza problemi!

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